«Le visioni tintorettesche non sono estatiche, contemplative, rasserenanti ma, all'opposto, agitate, drammatiche, tormentate. Non placano, intensificano fino al parossismo il pathos dell'esistenza. Giulio Carlo Argan
Voi credete nella reincarnazione? noi no, ma qualche dubbio ci è venuto dopo aver visto questa originalissima mostra a Torino. Che rapporto ci può essere tra un artista manierista del Rinascimento ed un pittore contemporaneo promotore dell'Arte Informale? E' vero, sono entrambi nati a Venezia, seppure a 400 anni di distanza, respirato l'Arte, la luce e la bellezza della città lagunare, ma avete visto i loro ritratti? sono sorprendentemente simili ed Emilio Vedova è ossessionato dalla pittura di Tintoretto.
Trinità (frammento)
Jacopo Robusti, detto Tintoretto, nacque a Venezia nel 1518 e vi trascorse tutta la vita. Figlio di un tintore di tessuti (da cui il soprannome “Tintoretto”), mostrò sin da giovane un talento straordinario per la pittura. Dopo un breve apprendistato presso Tiziano, sviluppò uno stile personale e impetuoso, caratterizzato da un forte dinamismo, contrasti di luce e ombra e composizioni drammatiche.
Le sue opere — come Il Miracolo dello schiavo o L’Ultima Cena nella chiesa di San Giorgio Maggiore — esprimono un’intensa energia spirituale e teatrale, tipica della sensibilità veneziana del tardo Rinascimento.
Tintoretto fu definito da molti “il pittore del movimento”, grazie alla sua pennellata rapida e vibrante, quasi anticipatrice di espressioni moderne.
Emilio Vedova (1919 – 2006)
Anche Emilio Vedova nacque a Venezia, quattro secoli dopo Tintoretto. Autodidatta, entrò presto in contatto con gli ambienti artistici d’avanguardia e partecipò alla resistenza culturale contro il fascismo. Dopo la guerra, divenne uno dei massimi esponenti dell’astrattismo espressionista italiano.
Le sue opere — come i Cicli della protesta o le Scontro di situazioni — sono caratterizzate da gestualità violenta, segni energici e contrasti drammatici di luce e ombra, quasi una lotta fisica sulla tela.
Vedova cercava di rappresentare la tensione dell’uomo moderno, il caos e la spiritualità del nostro tempo, con un linguaggio che univa istinto, materia e movimento.
Punti di contatto tra Tintoretto e Vedova
Nonostante i secoli che li separano, Tintoretto e Vedova condividono tratti profondi:
Venezia come luogo d’origine e d’ispirazione: entrambi respirano la luce, il dramma e la teatralità della città lagunare.
La luce e il movimento: per Tintoretto la luce crea la scena divina e muove le figure; per Vedova è materia viva che esplode sulla superficie del quadro.
L’energia spirituale: entrambi cercano un contatto con l’invisibile, una tensione verso l’assoluto, più che una rappresentazione realistica del mondo.
La gestualità pittorica: il segno rapido e vibrante di Tintoretto anticipa la pennellata drammatica e gestuale di Vedova.
Il dramma umano: in entrambi, l’uomo è al centro di un conflitto — religioso per Tintoretto, esistenziale per Vedova.
La mostra che ha un'impostazione didattica e divulgativa, con predominanza di opere di Emilio Vedova (90%) rispetto a quelle di Tintoretto, è meritevole di essere visitata, noi la consigliamo.

















vista, così così
RispondiElimina