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giovedì 23 febbraio 2023

app yuka recensione - alimentazione con insetti additivi e conservanti - INCI



 

 "Ciò che viene introdotto nel nostro organismo non influenza soltanto il corpo, ma anche i processi energetici, psicologici e spirituali. Migliorare l'alimentazione può quindi migliorare la vita."  

- Ludwig Feuerbach-

 

Noi siamo state sempre attente ai cibi e agli  ingredienti, siamo  perlopiù da anni vegetariani o  vegani e a parte la fortuna di avere l'orto e qualche  gallina felice (che muore solo di vecchiaia),  ci siamo sempre indirizzate verso  l'acquisto di cibi biologici, possibilmente a chilometro 0 ..e di prodotti per la pulizia e personali il più possibile naturali (*v.pagina-sezione ecologia e prodotti naturali). 

 

Abbiamo sentito l'esigenza di fare questo post per tre motivi: per parlare dell'introduzione degli insetti nell'alimentazione umana; per il dilagare di prodotti con additivi e conservanti;  per fare la recensione di un'app utile  che  scansiona  il codice a barre dei prodotti alimentari e dei cosmetici aiutandoci a comprendere e analizzare nel dettaglio i vari componenti, oltre a valutare il loro impatto sulla nostra salute.

 

 

grillo -  foto fonte web


 INSETTI NELL'ALIMENTAZIONE

Dal 24 gennaio 2023  ci sono delle novità sugli scaffali di negozi e supermecati infatti stanno  comparendo alimenti contenenti farina di insetti. La decisione di introdurre gli insetti nella catena alimentare è venuta dalla Commissione Europea. 

 

A quale scopo?

L'obiettivo è l’introduzione di fonti di proteine a basso costo e a basso impatto ambientale nel mercato europeo, per ridurre il consumo di carne tradizionale i cui allevamenti intensivi sono causa dei problemi ecologici e per alcuni anche etici (si prevede che verso il 2050 saremo circa 10 miliardi).  Forse la sofferenza di un animale di grandi dimensioni, un mammifero ad esempio, è più grande di un piccolo insetto? Non lo sappiamo, per noi tutti gli esseri viventi sono uguali.

   

Gli insetti sono già presenti da anni negli alimenti: si trovano soprattutto in quelli di colorazione rossa (yogurt, succhi di frutta, liquori, caramelle, bevande) dove viene usato l'estratto di cocciniglia, della famiglia delle coccinelle, "colorante E 120 o acido carminico". 

 

In alcune regioni italiane,  si produceva un formaggio infestato dalle larve della Mosca Casearia, oggi vietato per motivi igienici. Altro esempio possono essere i prelibati funghi porcini, se non sono perfetti possono nascondere piccoli vermetti.

 

L'Unione Europea dopo la decisione di  permettere l'introduzione nei cibi delle larve delle tarme della farina e le  locuste, ha deciso di aggiungere anche i grilli. Sta infatti per arrivare sulle nostre tavole l’Acheta domesticus, l’innocuo grillo domestico e a breve anche  l'Alphitobius Diaperinus larve (Tenebrione mugnaio minore), il Gryllodes Sigillatus (grillo domestico tropicale), la Locusta Migratoria e la larva di Hermetia Illucens (Mosca soldato nero). 

 

 dove potrà essere utilizzata la farina di grillo?

L'UE  ha dichiarato che si impegnerà a  far riportare  sulle etichette  il tipo e il nome dell'insetto presente tra gli ingredienti e, per quanto riguarda l'ultimo arrivato, la dicitura sarà: "polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico)", e potrà essere utilizzata  nel pane multicereali, nei cracker e nei grissini, nelle barrette ai cereali, nelle premiscele secche per prodotti da forno, nei biscotti, nei prodotti secchi a base di pasta farcita e non farcita, nelle salse, nei prodotti trasformati a base di patate, nei piatti a base di leguminose e di verdure, nella pizza, nei prodotti a base di pasta, nel siero di latte in polvere, nei prodotti sostitutivi della carne, nelle minestre concentrate o in polvere, negli snack a base di farina di granturco, nelle bevande tipo birra, nei prodotti a base di cioccolato, frutta a guscio e semi oleosi, negli snack diversi dalle patatine e nei preparati a base di carne.

 

In Italia si allevano grilli?

In Italia ci sono  già delle ditte che allevano grilli ad esempio l'Italian Cricket Farm  in provincia di Torino, ne produce 1 milione al giorno e in attesa dell'autorizzazione UE li utilizzava per mangimi animali.

Per produrre un chilo di farina ci vogliono oltre ventimila grilli e  ogni grillo da allevamento ha diritto a uno spazio per i movimenti di 2,5 cm quadrati - la caratteristica dei grilli è quella che si spostano saltando e correndo molto velocemente.

chips di mais, già in vendita, con farina di insetti, Tenebrio Molitor   (verme - larva gialla della farina)

 

larva gialla della farina

 


Noi di sicuro cercheremo di evitare in ogni modo di mangiare insetti, seppur polverizzati. 

 

 

Pensando ai poveri grilli, ci ritorna in mente la frase di Paul Mc Cartney dei Beatles "Non si può mangiare ciò che ha un volto" - noi in questo caso aggiungiamo,  non si può mangiare chi ci allieta l'estate con il suo canto, chi saltella nel prato, chi ha diritto di vivere secondo natura per  i pochi mesi che ha di vita.

 

 Ma qui giunti ove ancor cantano i grilli,
quanto silenzio sotto questa luna.

(Umberto Saba)

 

Qualcuno obietterà che i grilli sono cibo per  animali predatori come uccelli, gechi, anfibi e rettili  ecc..  certo, ma quella è la legge della natura  e se gli uomini non si intromettessero  sarebbe una macchina perfetta ed equilibrata.. e qui ci fermiamo perchè il discorso sarebbe troppo lungo, ma se avete considerazioni da farci saremo  ben liete di rispondere e di avere un dialogo in proposito con voi. 

 

curiosità - ogni  anno il giorno dell'Ascensione al Parco delle Cascine di Firenze, viene organizzata la “festa del Grillo"; in un  passato  recente, venivano venduti grilli vivi dentro piccole gabbiette artigianali colorate acquistate  come regalo per i bambini. Purtroppo questa usanza era una vera crudeltà perchè i grilli venivano catturati, rinchiusi in ambienti angusti, venduti e poi affidati alle cure dei bambini e destinati presto a morire. Proprio per questi motivi, anni fa, in seguito a rimostranze di associazioni animaliste, che configuravano questa pratica come maltrattamento,  fu proibita la vendita di questi insetti alle feste paesane e  dal 1999 il Comune di Firenze ha varato un regolamento sulla tutela degli animali, vietando la vendita dei grilli  e imponendo, di porre nella gabbietta solo riproduzioni grafiche o sonore degli insetti.. chissà se adesso cambieranno idea e torneranno ai grilli vivi?

 

PESTICIDI, ADDITIVI, CONSERVANTI E COLORANTI

Come scriveva il filosofo Feuerbach " noi siamo quello che mangiamo " e noi aggiungiamo anche, che beviamo e che respiriamo. 
Introducendo nel nostro corpo alimenti irrorati da pesticidi, OGM,  additivi, conservanti e coloranti artificiali,  carni di allevamento  con ormoni e antibiotici, pesci al mercurio e ai metalli pesanti  possiamo solo affermare di assumere molti  VELENI.
 
Purtroppo è così e a volte è  difficile evitare di consumarli;  per difendersi, occorre cercare di limitare  il consumo di queste sostanze, cibandosi di ingredienti  più sani, biologici; evitare il più possibile cibi  già preparati e confezionati e prediligere piatti  con ingredienti  semplici e  sani; è indispensabile documentarsi  e fare una spesa intelligente e consapevole.
 

 fonte web


Occorre imparare a leggere le etichette 

Quante volte ci rechiamo al supermercato e acquistiamo sacchetti, barattoli e confezioni  sia alimentari sia per la pulizia di casa e personale, con etichette minuscole e difficili da decifrare? Il consiglio è di evitare di acquistare quelli con troppi ingredienti o  sigle strane che non si conoscono.
 
Di solito hanno sigle che iniziano con la "E" maiuscola seguita da numeri e indicano sempre additivi come coloranti, conservanti, addensanti, esaltatori di gusto,  da ora in poi anche farine di insetti e spesso anche quelli autorizzati non sono innocui.
 
La tossicità di questi additivi è un argomento molto discusso e pare che la quantità assorbita giornalmente e l'effetto combinato siano determinanti per valutarne la tossicità. L'UE ha stabilito  una dose giornaliera massima per ogni additivo alimentare e segnala che  in caso di abuso gli effetti collaterali più comuni possono essere emicranie, allergie, patologie intestinali, ansia ecc... e purtroppo se gli effetti  fossero anche solo questi per noi già basterebbero!!
 
Leggiamo su tuttogreen.it  un lungo elenco di sostanze additive sospette, pericolose e cancerogene, che vi invitiamo a leggere e ad annotarvi.
 
Certo non è che possiamo recarci a  fare la spesa come Sherlock Holmes  con la lente d'ingradimento  (sì perchè spesso gli ingredienti sono scritti con caratteri minuscoli)   e soffermarci a decifrare i vari  ingredienti ....(anche se conosciamo qualcuno che lo fa!)

Per fortuna abbiamo la tecnologia, infatti esistono alcune APP che ci aiutano in questa ricerca, possiamo segnalarne alcune Nutritrackr, codecheck: cibo e cosmetici, INCI beauty, Yuka.

 

Segnaliamo anche il sito ecobiocontrol.bio dove è possibile analizzare gratuitamente gli INCI* e i singoli ingredienti di cosmetici e detersivi. Basta copiare e incollare nell'apposito campo, oppure scrivere i singoli ingredienti, per avere in breve un responso: i dati ottenuti sono segnalati con dei colori (verde, giallo, rosso, nero) si ha così un gudizio globale, un valore sui singoli ingredienti, la spiegazione e un valore sull'impatto ambientale
 
*INCI è un acronimo che sta per International Nomenclature of Cosmetic Ingredients: è praticamente l'elenco degli ingredienti base dei prodotti cosmetici, per la pulizia personale e della casa. Solitamente sull'etichetta di un prodotto è possibile trovare scritti i principi attivi in esso contenuti (spesso il carattere usato è così piccolo che neppure con la lente di ingrandimento si riesce a leggere)
 
Leggere e capire gli INCI non è facile, occorre essere un esperto e sapersi orientare tra le varie sigle utilizzate e scritte spesso con il nome botanico in latino o in inglese; un piccolo aiuto è questo:


  • SLES O SLS: sono tensioattivi schiumogeni che possono risultare molto inquinanti per l'ambiente

  • PEG: sono  ingredienti emulsionanti derivati dal petrolio

  • CI: sta per “Color Index” seguiti da un numero di cinque cifre e indica i colori usati 

  • da valutare anche l'ordine degli elementi presenti. Quelli scritti  per primi, sono presenti in quantità maggiori e viceversa

  • gli additivi sono classificati in base alla loro funzione e la presenza degli additivi nei prodotti alimentari è indicata da sigle e numeri; la lettera usata solitamente è la E seguita da un numero - Da valutare anche se questi additivi sono di origine naturale o chimica.

per i cosmetici cliccare qui ; per i detergenti cliccare qui

L 'APP YUKA


per tutte le informazioni e per scaricare Yuka.com, o da apple store - google play

Dopo un'attenta ricerca abbiamo scaricato anche noi l' app Yuka, lanciata 5 anni fa e considerata una delle migliori app di questo settore. E' stata in grado di attirare in breve milioni di utenti che ogni giorno la usano per scansionare i codici a barre di oltre 2 milioni di prodotti alimentari e 1 milione di prodotti cosmetici.
 
L'app è stata realizzata dai fratelli Benoit and François Martin e da Julie Chapon, e partendo da un’esigenza personale si è poi diffusa con successo in molti paesi europei.
 
L'app è gratuita, scaricandola per Android e per ios, anche se esiste una versione pro a pagamento con opzioni maggiori. 
*v. aggiornamento al fondo 

Come funziona? è molto semplice:


1. si scarica sul proprio cellulare e si individua per l'icona rappresentante un quadrato bianco con una carota stilizzata
2. si apre cliccandoci sopra e solo la prima volta viene richiesta una registrazione con una email, in seguito si presenta con una interfaccia semplice e intuitiva e non ha, per ora, pubblicità.
3. a questo punto cliccando su un cerchio verde (scansiona) in fondo a destra è possibile iniziare ad utilizzare l'applicazione scansionando i codici a barre dei prodotti che si vuole testare (sia quelli che sono già presenti in casa, sia quelli del negozio o supermecato prima di acquistarli)

  

 esempio di codice a barre

 


4. effettuata velocemente la scansione si apre l'analisi del prodotto, con l'obbiettivo di aiutarci a comprendere lo stato e le caratteristiche salutari dell'articolo: appaiono immagine, nome, valutazione (pessima, scarsa, mediocre, sufficiente, buona, eccellente) e un elenco dei paramentri positivi e/o negativi presenti: additivi, grassi saturi, zuccheri, sale, ecc.. e se ci sono possibili alternative; ad ogni ingrediente viene dato un giudizio di rischio (pare, così è dichiarato, in modo imparziale e senza condizionamenti commerciali)
 
che dire? ci è presa una frenesia, abbiamo cominciato a scansionare di tutto, dai biscotti al deodorante e abbiamo avuto un bel po' di sorprese: alcune ce le aspettavamo, altre invece ci hanno stupite.
Abbiamo notato che la maggioranza dei prodotti bio, non tutti, hanno una votazione più alta e un giudizio migliore e questo ci conforta .. il nostro pensiero è stato "costano un po' di più ma ne vale la pena ..!"

Altra nota positiva è che questa app valuta gli ingredienti in un'ottica salutistica e abbassa il giudizio per la presenza di troppo sale, troppo zucchero, troppi grassi; per esempio un alimento sano per assenza di additivi di qualsiasi tipo come il Parmigiano Reggiano ha un punteggio scarso per la troppa presenza di sale e per le calorie.

L'app non giudica negativo olio di colza, (ormai presente in moltissimi prodotti a causa della guerra Russia-Ucraina che frena l'esportazione di olio di girasole), che secondo noi è scadente (*prossimo post)

L'App penalizza i cibi light soprattutto per il contenuto dei numerosi additivi presenti nei prodotti (secondo le linee guida dell'Istituto Superiore di Sanità questi cibi non danno un corretto senso di sazietà e saremmo indotti ad abusarne)

*L'Unione Europea ha proposto ai vari stati membri di adottare un sistema "a semaforo" da apporre sulle etichette dei cibi: alimenti con eccesso di grassi o zuccheri avrebbero il semaforo rosso, quelli intermedi un semaforo giallo e i cibi sani ed equilibrati un semaforo verde.

Ne è nata una polemica perchè tutti i cibi DOP quali formaggi, salumi, dolci, soprattutto italiani e francesi, sarebbero con il semaforo rosso. La soluzione potrebbe essere quella di escludere da questa etichettatura le eccellenze regionali.

Nella lista rossa finirebbero anche tutte le bibite delle multinazionali per eccesso di zuccheri e questo ha sollevato un polverone ancora maggiore

cosa abbiamo fatto? dopo aver scannerizzato e valutato con le due app e con altri giudizi letti su siti online (per una comparazione) i vari prodotti, in particolare cosmetici e detergenti per la pulizia personale, già acquistati e magari in uso e verificati molti ingredienti dannosi (da non crederci!!!.. provate anche voi) abbiamo preso un bel sacco dell'immondizia e gettato tutto (questo sacco è finito in un ecocentro per lo smaltimento).

Il giorno seguente abbiamo cominciato una ricerca di cosmetici senza 'veleni' e di prodotti validi per la pulizia personale e della casa valutando gli INCI più alti e scartando tutti gli altri.

Abbiamo verificato che non è detto che tutti i BIO siano perfetti, perchè abbiamo trovato anche dei prodotti con giudizi mediocri e non è neppure assolutamente vera la regola " chi più spende meglio fa" perchè abbiamo scansionato dei prodotti di marche molto famose e blasonate della fascia di prezzo alta, venduti in farmacia, con INCI inguardabili e viceversa prodotti sempici e più economici con INCI eccellenti (*stiamo pensando di fare un altro post in base alla nostra esperienza, con recensioni di alcuni prodotti in base agli ingredienti e all'INCI)

A questo punto se non volete andare nei negozi con lente di ingrandimento e blocchetto degli appunti e poi passare del tempo in rete a cercare informazioni sulle varie sigle, potete provare ad usare queste app, che se imparziali e affidabili possono venirci incontro velocemente nell'orientarci in questo caos di ingredienti o almeno aiutarci a scegliere più consapevolmente e limitare i danni da accumulo di sostanze pericolose per la salute soprattutto dei bambini.
 
La cosa simpatica è stata andare al supermercato con il cellulare in mano e scansionare i prodotti prima di metterli nel carrello .. abbiamo notato più di uno sguardo incuriosito di altri clienti e commesse eh..eh.. ..provate!!!

AGGIORNAMENTO 21 LUGLIO 2023

Ci siamo recate in un negozio di articoli  professionali per parrucchieri per acquistare un prodotto anti crespo per i capelli. 

La commessa ce ne  ha consigliato uno   sostenendo essere un rimedio molto efficace. Arrivate a casa, prima di adoperarlo,   lo abbiamo scansionato con l'App Yukarisutato:  scarso  8/100 e con la presenza di due ingredienti contrassegnati in rosso cioè ad alto  rischio e numerosi altri gialli (rischio basso

Di questi due ingredienti in particolare uno: il butylphenyl methylpropional  detto anche Lilial o BMHCA è risultato essere un allergene profumato, una fragranza  di origine sintetica vietata nei prodotti cosmetici in Europa dal 1 marzo 2022 perchè presumibilmente tossica per la riproduzione dell'uomo. A seguito della classificazione   come cancerogena, mutagena (=provoca mutazioni genetiche), reprotossica (= è tossica per la riproduzione) la sostanza è stata classificata come pericolosa ed è   stata aggiunta all'elenco di quelle   vietate nell'allegato II del regolamento UE 2021/1902 sui prodotti cosmetici. 

In proposito abbiamo letto sul sito di altro consumo

che, nonostante il divieto sia entrato in vigore da qualche tempo, in commercio si trovano ancora molti cosmetici che contengono tale sostanza, come risulta dall'elenco pubblicato  ( *v. articolo) .

La cosa che ci ha colpito però è che leggendo  sulla confezione  la sostanza incriminata non era  leggibile, ma osservando bene  abbiamo trovato un tagliandino adesivo colorato con indicati gli ingredienti ( tutti tranne quello vietato)  applicato sopra la confezione, è bastato spostarlo per leggere gli ingredienti compreso il  butylphenyl methylpropional impressi sulla boccetta. 

Il dubbio viene e si insinua nella mente!

L'ingrediente vietato sarà stato eliminato dal prodotto oppure semplicemente oscurato?  Confidiamo nella buona fede della ditta in questione, che sia stato eliminato veramente, ma non lo possiamo sapere con certezza!

Così non essendo serene nell'utilizzo del prodotto,  il giorno dopo  lo abbiamo riportato  al negozio e la commessa che non ci è sembrata sorpresa più di tanto  ci ha detto pacificamente  "Se volete un prodotto naturale non dovete acquistare  prodotti professionali per parrucchieri "( sigh!!).

Conclusione  

Prodotto lasciato in negozio e sostituito con  un altro a base di semi di lino,  anche questo purtroppo  con un   INCI non completamente buono, ma era l'unico tra quelli scansionati sul momento che  arrivava a 50/100 (ne abbiamo scansionati 4 o 5 e il responso andava da 0/100 a 10/100)

Occorre consapevolezza, mai abbassare la guardia e fare controlli accurati  su quello che si acquista sia che si tratti di cibo sia di prodotti cosmetici e per la  pulizia. 
*v. Rapex - sistema comunitario di informazione rapida sui prodotti non alimentari (strumento essenziale per proteggere i consumatori europei dai prodotti pericolosi )
 

 

 

Approfondimento

 

1. Parere del Consiglio Superiore di Sanità sull'olio di colza e sull'acido erucico contenuti in alcuni alimenti del 2015. Si suggerisce prudenza e se ne sconsiglia l'uso ai bambini
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2429_allegato.pdf


2. in merito al consumo di olio di colza c'è un dibattito aperto perchè alcuni cardiologi considerano l'olio di colza positivo per il sistema cardiaco
https://www.humanitas.it/enciclopedia/alimenti/condimenti/olio-di-colza/


3. yuka consiglia l'olio di colza di prima spremitura a freddo perchè contiene molti omega3
https://yuka.io/it/fondamenti/lipidi/

4. Linee guida per una sana Alimentazione, 2019, a cura dell'istituto Superiore di Sanità
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2915_allegato.pdf

 



sabato 18 febbraio 2023

ricotta vegana , creme di mandorle e di nocciole

Mangiare vegan non significa privarsi dei piaceri del buon cibo, preparare ricette con ingredienti introvabili, carissimi o insapori, piuttosto che fare una vita di sacrifici, come in molti temono che accada. È tutto il contrario! Vuol dire piuttosto imparare a volersi bene per davvero!"

-Paola Maugeri-

In questo post  vi presentiamo  tre preparazioni vegane: la ricotta di mandorle, la crema di mandorle e quella di nocciole ottenute con  pochi ingredienti semplici e biologici. (perchè sceglere BIO? *v. approfondimento al fondo pagina

Abbiamo gia pubblicato un post sulla ricotta fatta in casa; adesso che una di noi  ha deciso di passare dalla  dieta vegetariana alla dieta vegana (perchè seguire una dieta vegana? *v. approfondimento al fondo pagina) stiamo sperimentando e perfezionando  varie ricette tra le quali quelle presentate in questo post  

 1.RICOTTA VEGANA DI MANDORLE

Adesso passiamo alla nostra ricotta vegana preparata utilizzando solo pochissimi ingredienti:  frutta secca, in questo caso mandorle  o latte di mandorle e del succo di limone.  

Esistono  in vendita, solitamente nei negozi bio, i formaggi vegani, noi abbiamo acquistato e provato  anche quelli di  mandorle. Non ci hanno convinto moltissimo (hanno quasi sempre altri ingredienti: come per esempio l'agar agar, sale,  farine, oli vari) e poi il loro costo è abbasta alto. Così abbiamo pensato di  provare a produrre la  ricotta vegana di mandorle che si ottiene  con pochi ingredienti e utilizzando materiali facilmente reperibili;  il procedimento è abbastanza facile, anche se per la buona riuscita bisogna rispettare i tempi e la quantità degli ingredienti.  

 perchè le mandorle?

Le mandorle  sono il  seme commestibile del mandorlo, sono un prodotto tipico siciliano inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani.

Possono essere alternative alla soia e vengono  utilizzate per molte preparazioni; sono altamente nutrienti ricche di grassi "buoni", antiossidanti, vitamine e minerali. Il latte di mandorla è la bevanda che si ottiene dalle mandorle autoproducendolo  o acquistandolo già confezionato (in questo caso controllare sempre gli ingredienti e la provenienza); queste bevande possono variare per la percentuale di mandorle rispetto all'acqua, per la presenza di sale, zucchero o altro. 

E' meglio preferire un latte di mandorla con una buona percentuale di mandorle e senza altre aggiunte.*v. più sotto nel post   


 Ricotta di mandorle - ricetta base

cosa occorre

1.frullatore - deve essere un frullatore potente, tale da polverizzare le mandorle e il bicchiere deve avere una capienza adatta a contenere la quantità di latte di mandorla  che vogliamo preparare (quello che usiamo noi è da 1500 W e  il bicchiere ha una capienza di 1,5 litri )
2.bilancia - necessaria per pesare i vari ingredienti
3.pentolino - la dimensione dipende dalla quantità di latte che non deve fuoriuscire  
5.mestolo  di legno o spatola morbida
4.garze  per alimenti o mussola di cotone -  si trovano anche  in rete delle garze apposite in tessuto non tessuto o in cotone; solitamente sono riutilizzabili basta lavarle accuratamente senza usare detersivi; quelle di cotone possono essere bollite per sterilizzarle.
5.termometro da cucina - è necessario se  non si vuole essere approssimativi  e per rispettare la ricetta 
6.colino a maglie strette  - per filtrare
7.fuscelle da ricotta - possibilmente con i loro contenitori e coperchio  si possono acquistare anche in rete di varie dimensioni senza o con il loro contenitore e il coperchio. 

Per preparare la ricotta di mandorle si possono utilizzare mandorle  sbucciate al naturale non tostate oppure il latte di mandorla* .  

*Importante: il latte di mandorla acquistato deve essere con un alta pecentuale di mandorle (non esistono normative di legge e quindi la quantità di mandorle  contenuta può variare dal 2% ad oltre il 10%, e avere in aggiunta anche emulsionati e stabilizzanti, minerali e vitamine; solitamente quelli che abbiamo trovato noi vanno dal 2 all 8%   e come altro ingrediente solo acqua. 

Consigli: Ci sono molti latti di mandorla  in vendita, anche biologici, che hanno però vari additivi (leggere sempre le etichette): sale o zucchero, maltodestrine  di cereali solitamente  riso o mais, vitamine o minerali  (o altro se di bassa qualità), questi non li consigliamo perchè qualsiasi  ingredienti che non siano mandorla e acqua, pregiudica la riuscita della ricotta (che non caglia e impazzisce come la maionese) con il rischio  di dover buttare tutto (a noi è successo). 

Noi (quando non abbiamo tempo o le mandorle in casa) dopo averne sperimentati vari, ci siamo trovate bene con il latte bio Valdibella*, latte di mandorle bio al naturale che contiene 2 ingredienti: acqua di sorgente e mandorle di Sicilia 8%.

* noi non abbiamo sponsor e non facciamo pubblicità, di solito non scriviamo marche di prodotti; ma pensiamo che sia utile  fornire indicazioni  su  qualche  prodotto che abbiamo sperimentato

ricotta di mandorle con   radicchio rosso e avogado

Per partire dalle mandorle (sicuramente con questo sistema la nostra ricotta risulta  più cremosa e maggiormente nutrienteè fondamentale  avere a disposizione un frullatore potente o un estrattore anche per frutta secca; con un normale robot da cucina o un frullatore di scarsa potenza non si ha un buon risultato e secondo noi è quasi inutile provare,   in questo caso il consiglio è  quello di acquistare il latte di mandorla e usare quello.

Ingredienti partendo dalle mandorle

  • mandorle, meglio se sbucciate, 200 g
  • 1 litro di acqua naturale
  • il succo spremuto e filtrato di un limone circa 35/40 g
*alcuni usano al posto del limone, la stessa quantità di aceto di mele o 5 g di nigari (caglio naturale di origine giapponese, solitamente usato per fare il tofu autoprodotto; è praticamente quello che rimane dell'acqua di mare dopo l'evaporazione e la  rimozione del cloruro di sodio)

Procedimento

1. mettere  le mandorle in una zuppiera e coprirle di acqua almeno 6 ore prima, meglio se tutta la notte

mandorle  in ammollo

2. sciacquare le mandorle e scolarle  

3. inserirle nel frullatore e aggiungere 500 ml di acqua; tritare alla massima potenza per un paio di minuti; aggiungere altri 500 ml di acqua e continuare a tritare, il risultato dovrà essere un liquido bianco liscio, denso  senza grumi e senza residui di  mandorle. Se non fosse così occorre filtrarlo facendolo passare da un colino foderato con una garza alimentare e raccoglierlo in una ciotola. La pasta che rimane nel colino si chiama okara, non va gettata perchè può essere utilizzata in varie ricette (in Giappone l'okara di soia, viene venduta nei supermarket a prezzi bassi e utilizzata per preparazioni salate e dolci.)

4. a questo punto il nostro latte di mandorle è pronto

se si utilizza il latte di mandorla già pronto  seguire il procedimento  da questo momento

5. versare il latte di mandorla in una pentola  e scaldare fino a quando non arriva quasi a bollore  85°

 latte di mandorla  a 85°

6. togliere la pentola  dal fuoco e versare  in una ciotola 

7. aggiungere il succo di limone e mescolare bene  con un mestolo

8. coprire la ciotola con una canovaccio pulito o un piatto;  lasciare raffreddare e cagliare per almeno 30/45 minuti.

9. volendo si può aggiungere un pizzico di sale, ma noi consigliamo di non farlo, eventualmente si potrà condire prima di servire (la ricotta ottenuta può essere utilizzata anche per preparazioni dolci

10.  versare   il composto ottenuto in un colino  ricoperto di garza alimentare appoggiato su una ciotola 

ricotta cagliata

11. prendere i 4 lembi della garza unirli in alto e  strizzarla leggeremente  in modo da far colare il siero nella ciotola (un liquido quasi trasparente si depositerà sul fondo della ciotola); aspettare  fino a quando il composto  risulterà più denso per avere la possibilità di inserirlo nelle fustelle

12. aiutandosi con una schiumarola o un cucchiaio inserire la ricotta nelle fustelle poste o nell'apposito contenitore o  all'interno di una ciotola con sotto un piattino rovesciato per evitare che il siero colando rimanga a contatto con il fondo della fuscella e quindi con la ricotta, coprire e riporre in frigorifero  per qualche ora. Da un litro di latte di mandorla partendo dalle mandorle, noi abbiamo ottenuto circa 700 g di ricotta; partendo dal latte di mandorla acquistato circa 400g  

 ricotta nella fuscella

13. al momento di servire rovesciare la fuscella su un piatto, si può consumare tal quale con condimento a piacere  per esempio con olio EVO, spezie, volendo sale e pepe, basilico fresco, semi vari, olive, capperi  ecc.. oppure utilizzare per ricette salate o dolci.   
La ricotta appositamente riposta in un contenitore per alimenti si può  conservare in frigorifero per un paio  di giorni.

metà della nostra ricotta

ricotta condita con olio EVO e spezie, verdure crude e cotte, avogado, pane di farro

 
2. CREMA DI MANDORLE VEGANA
 
 
Sempre con le mandorle,  ma ancora più semplice  da realizzare  è  una buonissima crema spalmabile  o da utilizzare per ricette dolci e salate.
Gli ingredienti sono solo mandorle; è necessario un frullatore potente, adeguato a  tritare, polverizzare  la frutta secca e trasformarla  in crema. 
 
Procedimento
1. tostare 250 g di mandorle:   disporle   in forno preriscaldato a circa 170° su  una  teglia  ricoperta di carta forno per circa 15  minuti 
2. versare le mandorle tostate tiepide nel frullatore e fare andare alla massima velocità per qualche minuto (non sforzate  il frullatore; conviene far andare per due, tre minuti, poi fare una pausa,  aprire  il coperchio, mischiare  il contenuto e riprendere) all'inizio le mandorle diventeranno come farina, piano piano rilasceranno il proprio olio e si trasformeranno in crema 
per ottenere il  risultato più velocemente o non affaticare il  frullatore si può aggiungere  uno  o due cucchiai di olio di semi inodore
 Si può aggiunere anche  dell'estratto  di vaniglia, o un dolcificante naturale

 
3. versare la crema così ottenuta in un vasetto di vetro ben lavato e asciutto  con coperchio ermetico  (volendo si può sterilizzare prima  il vasetto in acqua bollente per 20 minuti); una volta raffreddata conservare in dispensa (non in estate o in clima troppo caldo)  o, se si vuole essere piu sicuri, metterla  in  frigorifero,  in particolare se non si pensa di consumare la crema entro breve tempo (1 o 2 settimane) cosa impossibile !!! ;  prima di consumarla mescolare  con un cucchiaino.
 
E' un alimento molto energetico e nutriente ricco di vitamine, sali minerali come calcio, potassio, ferro, fosforo, rame e manganese,  fibre e proteine; unico problema sono le calorie, ma l'importante è non esagerare, (un cucchiaio di burro di mandorle di  15 grammi  apporta circa   92 kcal) . 
 
Per una colazione salutare ed energetica:  è buona da mangiare   spalmata sul pane o su una fetta di torta casalinga o fetta biscottata; buonissima con l'aggiunta  di un cucchiaino di marmellata (*v. pagina io cucino con varie ricette di marmellate e confetture) . Può essere aggiunta a ricette dolci o salate al posto del burro  
 
 
CREMA DI NOCCIOLE VEGANA
 
 
 
Con lo stesso procedimento usato  per la crema di mandorle si può fare anche la crema di  nocciole, simile a quella di un marchio famoso, ma utilizzando pochi ingredienti. 

ingredienti e procedimento
  • 250 g di nocciole  già tostate o da tostare
  • 30 g di cacao  amaro in polvere (senza zucchero, glucosio e strani ingredienti aggiunti;  leggere sempre le etichette o passare il codice a barre con l'app Yuka* prossimo post)
  • 1 o 2 cucchiai  di zucchero di canna  biologico integrale (non quello colorato di marrone) o di zucchero di cocco (facoltativo come la quantità) 
  • 1 punta di vaniglia pura di origine 100% vegetale. (facoltativo)
  • due cucchiai di olio di semi spremuto a freddo  inodore - noi abbiamo usato quello di girasole-  (facoltativo)
1. versare  le nocciole tostate nel frullatore e azionare alla massima potenza, quando si sono ridotte in farina aggiungere gli altri ingredientie e continuare a frullare
2. avere un pò di pazienza e   piano piano la farina di nocciole  si trasformerà in crema semiliquida.
 
 
 
3. versare la crema ottenuta in un vasetto a chiusura ermetica,  conservare in dispensa (non in estate o in clima troppo caldo)  o, se si vuole essere piu sicuri, metterla  in  frigorifero,  in particolare se non si pensa di consumare la crema entro breve tempo (1 o 2 settimane);   prima di consumarla mescolare  con un cucchiaino. I tempi di conservazione variano in base alla golosità di chi l'assaggia .. perchè crea dipendenza! 
 
 
APPROFONDIMENTI

perchè scegliere BIO?

perchè non ci sono residui di composti chimici e tracce di OGM; questa pratica rispetta i cicli naturali e sostiene la biodiversità; garantisce un impiego corretto di energia e risorse, perchè è una scelta etica che valorizza anche piccoli e grandi imprenditori che scelgono questo tipo di produzione. Unico problema  sono i costi un po' più alti, ma noi pensiamo che bisogna sempre guardare alla qualità più che alla quantità. 

 

perchè seguire una dieta vegana? 

Precisiamo che questa è una scelta personale  e noi non vogliamo e non possiamo indurre nessuno; comunque se si  ha intenzione di cambiare dieta consigliamo di documentarsi bene e soprattutto  rivolgersi sempre  al proprio medico  e a un nutrizionista.  

 essenzialmente ci sono 4  motivazioni:   

1. per gli animali, perché non si vuole  mangiare nessun essere vivente  che sia in grado di soffrire e non si vuole alimentare  il business degli allevamenti intensivi i cui simboli sono i capannoni  di cemento  e le sbarre,  dove non è possibile vivere  secondo natura e dove gli animali vengono trattati come oggetti, nati solo  per essere cibo, spesso maltrattati, alimentati e fatti crescere nel minor tempo possibile fino al momento di mandarli al mattatoio 

2. per l'ambiente, perchè mangiare vegano ha un minore impatto ecologico sulle risorse. Il settore dell'allevamento della carne è  causa di inquinamento, (la FAO  ha denunciato che  questo settore  rappresenta una minaccia ambientale  in continua crescita, per emissioni di CO2, di metano e di ossido di azoto) consuma più del  60 % dell'acqua utilizzata dal pianeta e moltissimi prodotti dell'agricoltura vengono utilizzati per nutrire gli animali 

3. per la fame nel mondo e per una più giusta distribuzione alimentare, perchè  l'allevamento degli animali   consuma e quindi sottrae al consumo umano  una considerevole parte dei cereali; è stato calcolato  che  se la quantità di cereali  impiegata per l'allevamento negli Stati Uniti  venisse utilizzata  per l'alimentazione umana  verrebbe risolto il problema   della fame nel mondo 

4. per la  salute, perchè è dimostrato che  una dieta  sana, bilanciata  e salutare senza proteine animali (o comunque a bassa assunzione di proteine animali, come la dieta mediterranea)  preserva il benessere  psico-fisico in quanto un'alimentazione basata principalmente su cibi vegetali, a basso contenuto di  grassi saturi, colesterolo e proteine animali può proteggere il sistema cardio-circolatorio  e diminuire  l'insorgenza della sindrome metabolica e di altre patologie.

Per altre  ricette vegane *v. paginaIO CUCINO