Google Translate

giovedì 20 giugno 2024

nuovi post - news


 



mandala tutorial - informazioni e lippan art



“Nei mandala è sintetizzata la verità dell'universo. È un'esperienza totalizzante, dove convergono micro e macrocosmi, luce e buio. Il mio piccolo Io viene così sostenuto, nel flusso della vita, dal centro di queste energie primordiali, fa tutt'uno con esse. Dipingere, per me, è come pregare.” 
- Josaku Maeda-

Nel post: informazioni sui mandala e su quelli di sabbia tibetani; cos'è la Lippan Art; il nostro primo mandala - tutorial; approfondimento: il mandala nella visione psicanalitica di C.G. Jung

1. cosa sono i Mandala

La parola Mandala (मण्डल) di origine controversa ed antica, ha in sè un rituale spirituale, un diagramma mistico che rappresenta la forma base dell’universo. Quelli di sabbia colorata sono una delle tradizioni d'arte del buddismo e sono chiamati  ཚོན་མདོག་གི་ཕྱེ་མ་མན་荼་ལོ།  che in tibetano significa "mandala di polveri colorate".

 Monaci buddisti - realizzazione di un mandala di sabbia @fonte

Creare un mandala con le polveri è un processo creativo di preghiera, meditazione e di molta pazienza.

I monaci tibetani li realizzano con sabbia colorata e, una volta teminati, durante un'apposita cerimonia, li distruggono e la sabbia, tornata ad essere senza forma, viene raccolta in sacchetti e donata ai presenti; questo atto serve a trasmettere il concetto dell'impermanenza, del non attaccamento alle cose terrene e a comprendere che "nulla è per sempre".

 
video condiviso da TouTube
Medicine Buddha Sand-Mandala in Hattingen, Germany
 

In Occidente i mandala sono conosciuti principalmente sotto forma di disegni da colorare (pare che colorare un mandala porti vari benefici alla mente, migliori la  concentrazione,  stimoli la creatività e sia antistress. * v. approfondimento al fondo - C.G.Jung)
Oggi i mandala colorati, di varie dimensioni e materiali,  sono considerati oggetti di decorazione e complementi d'arredo artigianali in stile etnico.

Più volte, nel nostro blog, abbiamo citato i mandala, ad esempio nel post: "stencil mandala e rosoni" *v.post con un tutorial per decorare  alcuni mobili utilizzando stencil a rosoni; oppure il nostro  comodino "Nirvana"*v.post, o il tavolino basso denominato  "tavolino mandala" *v.post e alcune cornici degli specchietti in terracotta  *v.post

comodino Nirvana - e foto del mandala tradizionale kolam 




2. Lippan Art

 nostro specchio con cornice realizzata secondo la tecnica Lippan - acquistato anni fa in un negozio etnico tibetano

Ultimamente, nella nostra continua ricerca di tecniche nuove, ci siamo imbattute nella "Lippan Art", pratica artistica tipica dell'India occidentale, conosciuta in inglese come "Mud and Mirror Work". 

Il lippan o il lavaggio con fango e sterco di cammello  veniva usato come rivestimento per mantenere freschi gli interni e gli esterni delle capanne, in seguito questi materiali sono stati sostituiti da semi di miglio, segatura e polvere di gesso.

Le capanne (Kutch House), solitamente rotonde, sono situate intorno a una piazzetta centrale e decorate a mano con specchietti luccicanti, colori sgargianti, disegni intricati  che  riproducono le stoffe indossate dalle donne del villaggio.  Questi "murales colorati e scintillanti" conferiscono bellezza e allegria alla vita dura della popolazione semi nomade del deserto di Kutch.

Kutch House @ fonte

Questa tecnica ha attirato l'attenzione dell'occidente e oggi vengono realizzati manufatti decorativi etnici,  solitamente da appendere alle pareti, che hanno la caratteristica di avere un effetto 3d; sono una sorta di pannello-mandala colorato, con bordure a rilievo e decori con specchi. 

@ fonte

Siamo incuriosite da questa tecnica e stiamo cercando di reperire il materiale necessario per sperimentarla, o di capire come sostituirlo. Gli elementi essenziali sono: 1. una base di legno o MDF (=acronimo di pannello di fibra a media densità); 2. una particolare argilla unita alla resina (composto epossidico cioè un polimero termoindurente) che solitamente viene utilizzata per opere in 3D e che permette di realizzare bordure molto sottili, lisce e incollabili (in rete, per la Lippan Art, su vari siti indiani, viene consigliata la Fevicryl Mouldit Clay); 3. specchietti realizzati appositamente per la Lippan Art di varie dimensioni e forme; 4. colla 5. colori acrilici.

Pensiamo che i manufatti della Lippan Art somigliano molto come risultato  ai mandala con la differenza che i bordi sono in 3d e le decorazioni prevedono gli scintillanti specchietti, per cui, mentre ci documentiamo, ci esercitiamo con i mandala, proponendoci di iniziare da zero, senza l'uso di stencil, su una base di terracotta autoindurente (avanzata dagli specchi *v.post). La base potrebbe essere in vari materiali anche in legno o in MDF (ne trovate già ritagliate, ed economiche, in rete).  

Il nostro primo mandala è stato un lavoro lunghetto e di pazienza, non è venuto precisissimo, ma siamo abbastanza soddisfatte e pensiamo che ne seguiranno altri.  Qui sotto il tutorial.


Disegnare o colorare un mandala può favorire l’ascolto della propria voce interiore, la focalizzazione sul proprio sé, la realizzazione di un ordine interno 
- Carl Gustav Jung -

 3. Il nostro primo mandala


materiale  

1. una base  di  terracotta autoindurente o legno di forma rotonda (se in terracotta praticare un foro prima che si secchi per appenderlo   o  procurandosi un apposito gancetto  per quadri se in legno- se si vogliono incollare sopra degli specchietti usare la base in legno)

2.  materiale per disegno: matita, gomma, righello e squadra, goniometro, compasso (v. figura 1)

3. colori acrilici, opachi e metallizzati (se non ci sente sicuri con pennelli e colori, si possono usare anche i pennarelli acrilici  indelebili

4. pennelli 

5. dotter o tamponcini appositi per fare pallini e puntini (dot art = arte a punti)

6. tavolozza (un piattino di recupero)

7. due vasetti di vetro (di recupero)  con acqua

8. straccio 

9. vernice trasparente protettiva e lucidante all'acqua 

come fare

abbiamo schematizzato nell'immagine i vari passaggi  

 

1.  dare una mano o due di primer o acrilico bianco e far seccare

2. su base rotonda, disegnare il diametro orizzontale e verticale incrociati a 90° per ottenere quattro  spicchi uguali (v. figure 2 - 3 )

3. con il goniometro individuare le metà di ogni spicchio e disegnare gli altri due diametri (si otterranno 8 spicchi ) (v. figure 4 - 5 ) - ci siamo fermate qui avendo dimensioni contenute altrimenti si  sarebbe potuto andare avanti suddividendo ulteriormente

4. con il compasso puntare nel centro e  tracciare dei  cerchi concentrici a piacere (v. figura 6)

5.  disegnare una serie di elementi - figure tipiche dei mandala, all'interno di spicchi e cerchi alternando a fantasia (v. figura 7) - si possono anche preparare delle dime con un cartoncino con le figure da riprodurre  in modo da ottenerle tutte uguali

6. colorare a piacere (v. figura 8) e ripassare i bordi delle varie parti per dare rilievo e rifinire (noi abbiamo usato l'oro) e se non si è sicuri con i pennelli, si possono usare dei pennarelli acrilici indelebili a punta fine

7. una volta finito fare asciugare e passare una o due mani di vernice vetrificante e protettiva, lucida, all'acqua 






“Il Mandala è un archetipo molto importante. E’ l’archetipo dell’ordine interiore ed esprime il fatto che esiste un centro ed una periferia, che cerca di abbracciare il tutto. E’ il simbolo della totalità” 
Carl Gustav Jung



APPROFONDIMENTO
 
Il mandala nella visione psicanalitia di C.G. Jung

Il primo a dare una lettura psicanalita del Mandala  fu Carl Gustav Jung, famoso psichiatra e psicanalista svizzero; egli ha il merito di aver introdotto l'utilizzo del mandala in ambito terapeutico come strumento di individuazione dell'interiorità.  

L’interesse di Jung per i Mandala è nato quando era un giovane soldato al servizio militare. Nel corso di un periodo di profondo disagio e crisi personale, Jung  si dedicò ad un'esplorazione interiore durante la quale cominciò a disegnare sul proprio taccuino delle figure circolari che, secondo lui, riflettevano il proprio stato d'animo del momento. Questi disegni spontanei, espressione del proprio inconscio contribuivano a realizzare una trasformazione della sua interiorità. In seguito scoprì che questi disegni erano dei mandala.

Per Jung il mandala, con la sua forma circolare,  rappresenta il proprio essere nel cosmo e la disposizione degli elementi all'interno del cerchio  mostrano il proprio spazio interiore. La caratteristica  forma del mandala rende visibile uno spazio altrimenti astratto e vago.

"Ogni mattina schizzavo in un taccuino un piccolo disegno circolare, che sembrava corrispondere alla mia condizione intima di quel periodo. Con l’aiuto di questi disegni potevo osservare le mie trasformazioni psichiche. Solo un po’ per volta scoprii che cos’è veramente il mandala: formazione, trasformazione della mente eterna, eterna ricreazione e questo è il Sé, la personalità nella sua interezza. - Carl Gustav Jung

Secondo Jung il mandala ha il potere di allineare e ridistribuire nell'inconscio il caos della mente. Il punto centrale è quello da cui ogni cosa parte, ma nello stesso momento è quello in cui tutto ritorna; è una mappa la cui struttura dialoga con l'inconscio, uno strumento di orientamento psichico. Il disegnare o colorare un mandala, facendosi guidare dall'inconscio nella scelta di colori e forme, può favorire l'ascolto della propria voce interiore, l'attenzione sul proprio essere e la creazione di un ordine interiore. 

La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia.

-Carl Gustav Jung-




sabato 8 giugno 2024

specchi e cornici in terracotta dipinti con acrilici - idee e tutorial


“Non si può esaurire la creatività: più ne usi, più ne hai.”
-Maya Angelou-

Chi di noi non ha in casa, soffitta o cantina, vecchie borse o beauty case che non usa più, nei quali recuperare specchietti dimenticati? eventualmente si possono trovare anche nei mercatini dell'usato. E cercare degli specchietti nuovi? solitamente hanno delle cornici difficili da togliere;  si possono acquistare anche in rete (specchi, specchietti per artigianato), ma a  noi piacciono di più quelli usati, magari con qualche piccolo difetto, ma che regalano il  fascino dell'usurato e la soddifazione del riuso.

Sempre nella nostra ottica del riciclo, tempo fa ci è venuta l'idea di utilizzare questi piccoli specchi in modo creativo incastonandoli in una base a cornice di varie forme realizzati in terracotta autoindurente e pitturata poi con acrilici. 

Questi specchi con cornice di terracotta  hanno avuto un buon successo, sia tra i lettori che tra gli amici e conoscenti che continuano a richiederceli  come regali  per varie circostanze.  *v.post ; *v.post

alcuni specchi realizzati: elefantino, esagonale, finto mosaico,  stile   hippie bohémien

Quello sotto è l'ultimo nato, realizzato per il compleanno di un'amica che ama le tonalità del rosso e i disegni originali. 

specchio finito

Abbiamo recuperato il solito specchietto  da un vecchio beauty, è un po' più grande degli altri già realizzati, per cui lo specchio, alla fine, risulta di dimensioni maggiori

La cornice in terracotta ha forma rettangolare con bordi leggermente stondati, decori e colori che richiamano un po' i mandala e un po' lo stile hippie bohémien *v.post: un insieme di fiori stilizzati, foglie ed elementi naturali  dai colori e nelle tonalità calde del rosso, arancio, giallo, con elementi azzurri e bordi oro.

Per realizzare queste decorazioni, si è proceduto con pazienza, senza uno schema predefinito, tranne una traccia iniziale, lasciandoci guidare dalla fantasia e dalle linee, in viaggio tra forme stilizzate di petali, foglie e rami, spirali, decori, farfalle, chiocciole e  puntini. Come sempre, quando si realizzano questo tipo di decori ci si accorge che è un lavoro "meditativo", quasi  come la realizzazione di un mandala*

*Il  mandala non è solo  una forma d’arte, ma è un simbolo spirituale e rituale che rappresenta l’Universo. I mandala vengono usati soprattutto nell’Induismo e nel Buddismo per definire uno spazio sacro e per supportare la meditazione. Nella tradizione buddista i mandala vengono disegnati con sabbie colorate e poi distrutti, questo atto o passaggio simboleggia l’impermanenza (=transitorietà di un fenomeno, nulla è per sempre) del mondo materiale. Oggi, con il termine mandala, vengono indicati disegni a motivi geometrici, circolari, spirali che servono anche per ritrovare calma ed equilibrio.

alcuni particolari

Una volta terminato, abbiamo aggiunto un cordino rosso per appenderlo, il nostro biglietto da visita, un biglietto di auguri dipinto ad acquerello  (realizzazione veloce e semplice su un cartocino di recupero, con pennello e acquarelli si sono realizzati 3 fiori con gambi lunghi  e foglie e la scritta auguri *v. anche il post etichette personalizzate), l'etichetta con la scritta: "hand made with love" e un cuoricino charm in metallo argentato)

Sul retro sono state scritte, con un pennarello indelebile, le caratteristiche dell'oggetto, data e firma.  

biglietto da visita, biglietto d'auguri, etichetta e charms a cuore

Il  procedimento e i materiali sono visibili nei post procedenti*v.post ; *v.post, ma li riportiamo anche qui.

Materiali e procedimento

  • piano di lavoro 
  • terracotta autoindurente e attrezzi necessari per lavorarla
  • carta vetrata
  • colori acrilici ad acqua  opachi  e metallizzati
  • pennelli (per i bordi sottili  occorre usare un pennello di buona qualità)
  • tavolozza (noi usiamo piattini di recupero)
  • due vasetti di vetro di recupero  con acqua (uno per  pulire i pennelli  e l'altro con acqua pulita per bagnare i pennelli se ce ne fosse bisogno)
  • straccio 
  • matita, righello e gomma
  • dotter (piccolo attrezzo  usato per la nail art o per  dipingere i mandala)  
  • volendo  pennarelli acrilici indelibili  a punta sottile 
  • uno specchietto di recupero
1. creare con la terracotta un rettangolo spesso a piacere (tenendo conto che deve avere il minimo di spessore per incastonare lo specchietto)  secondo la tecnica e i materiali già descritti nel post: creare con le paste modellabili *v. post , ricordandosi di fare un foro o più fori con uno stecchino o una cannuccia sul bordo superiore per appenderlo  (visto che lo specchio e la cornice  erano  più grandi dei precedenti e quindi più pesanti, abbiamo fatto 3 fori due ai lati e uno al centro in modo da permettere varie modalità per poterlo appenderlo
2. prendere le misure per collocare lo specchietto nella posizione desiderata e usarlo per  fare il bordo con la matita; scavare e lisciare all'interno del bordo per ricavare l'alloggio per lo specchietto e collocarlo premendo leggermente
 
3.ritagliare  quattro  striscioline 
(sia lisce che decorate) di terracotta e disporle sui bordi lungo il perimetro dello specchietto per qualche millimetro sopra lo specchio in modo da fermarlo; con questa accortezza, viste le dimensioni ridotte e la sua leggerezza, lo specchietto  si fissa bene e non si stacca*;  lavorare e uniformare il tutto.
* attenzione non abbiamo  abbastanza esperienza per consigliare la  tecnica usata in questo post, per realizzare  specchi di dimensioni maggiori con i quali è meglio essere prudenti per evitare incidenti dovuti ad una loro eventuale caduta per il distacco dalla cornice.
 
3. far seccare bene 
4. carteggiare  e pulire 
 
Alcuni, prima di passare alla  pittura,  utilizzano un primer per terracotta, che permette di uniformare la base e prepararla per il colore ecc... (certamente è utile e fa risparmiare il colore che a volte, se molto chiaro, necessita di più passaggi); noi abbiamo dato due mani di acrilico  bianco.

5. decidere le tonalità dei colori acrilici da usare,  preparare la tavolozza e tutto il materiale necessario  a portata di mano
6. decidere il soggetto da riprodurre
7. abbiamo realizzato a matita, senza calcare troppo, la traccia  approssimativa dei vari  decori
8. procedere con pazienza alla pittura, usando un pennello a punta sottile per i bordi e uno un po' più grande per le altre parti; per colori confinanti o per i bordi, attendere che  il primo colore sia asciutto, prima di passare al secondo (per realizzare i bordi o le righe sottili, chi non si sente sicuro con il pennello può usare anche dei pennarelli indelebili a punta fine, anche se il risultato non sarà mai uguale a quello ottenuto con il pennello)
Per realizzare i puntini utilizzare un dotter (è uno strumento usato per la nail art: decorazioni sulle unghie; per la tecnica dot art: tecnica di pittura tradizionale utilizzata dagli aborigeni australiani; per la lippan art: tecnica artistica tipica dell'India occidentale e per i mandala)
10. per proteggere e lucidare  passare una o due mani di vernice trasparente all'acqua che conferisce un aspetto vetrificante 
11. far seccare bene, prima di manipolare l'oggetto 
12.procedere alle decorazioni del caso (cordino, biglietto auguri,  etichetta fai da te ecc...) 
13. scrivere sul retro, con un pennarello indelebile, le caratteristiche, i materili, il soggetto realizzato e la data

 
*Qualcuno ci ha chiesto se è possibile utilizzare gli stencil per facilitare il lavoro;  sì, forse come traccia  di base del disegno, ma va tenuto conto che la base su cui pitturare non è liscia, che i colori devono essere  più coprenti  e  che  il risultato non sarà mai lo stesso perchè, realizzandolo tutto a mano, avremo un pezzo unico e  originale. 

Per altri tipi di specchi vedi il post Specchio Grimilde
 
“Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d'arte per guardare la propria anima.”
George Bernard Shaw
 
 

martedì 4 giugno 2024

Guercino, Giovanni Francesco Barbieri

 


GUERCINO. IL MESTIERE DEL PITTORE

Musei Reali di Torino

dal 23/03/2024 al 28/07/2024

Autoritratto 1630-1632

«Il Guercino è un pittore intimamente probo, virilmente sano, senza rozzezze; le sue opere si distinguono anzi per gentile grazia morale, per tranquilla e libera grandiosità, e per un che di particolare che consente, all'occhio appena esercitato, di riconoscerle al primo sguardo. La levità, la purezza e la perfezione del suo pennello sono stupefacenti. Per i panneggi usa colori particolarmente belli, con mezze tinte bruno-rossicce, assai ben armonizzanti con l'azzurro che pure predilige.»
(Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia)

In questa mostra si ammira l'arte di Guercino e di alcuni artisti del Seicento, attraverso oltre 100  opere provenienti da più di 30 musei e collezioni, inclusi  il Prado e il Monastero dell'Escorial
Noi non ci siamo fatte sfuggire questa opportunità che ci ha proiettate in un'epoca ed in uno stile oscillante tra classicismo, naturalismo e barocco. Le opere sono collocate in un palazzo storico che esalta le atmosfere mistiche. Anche la luce soffusa delle sale espositive conduce lo spettatore a un passato lontano facendolo vivere tra antichi miti e scene contemplative.
Purtroppo le foto non veicolano l'emozione e la bellezza dei quadri, come sempre vi invitiamo a vedere di persona queste meraviglie. La mostra è completa e abbraccia storicamente e cronologicamente buona parte della produzione del Guercino. 
La presenza di alcuni quadri di grandi autori del periodo (Guido Reni, il Domenichino...) permettono un raffronto tra gli stili, offrendo ai visitatori  non solo la  grandezza dell'opera del Guercino, ma anche una visione più ampia  sul mestiere di pittore e sull'arte del 1600.
Nella mostra i quadri, a volte eccessivamente vicini,  sono in ordine cronologico.  
 
Noi abbiamo pensato di organizzare il post suddividendolo per tematiche, in modo da facilitarne la fruizione (l'arte del '600, Il Guercino: le sue opere giovanili, i grandi quadri a tema religioso e quelli raffiguranti miti e leggende, una famiglia di artisti ecc.. e al fondo  come approfondimento  qualche  ulteriore informazione   sull'arte nel 600 e alcuni video)
 
 
IL 1600 NELL'ARTE 
E' un secolo ricco di cambiamenti, con un distacco dai canoni rinascimentali, nel quale emergono tre grandi filoni: il Naturalismo, il Classicismo e il Barocco; il Guercino le rappresenta tutte. Accanto alla committenza religiosa e signorile, comunque molto presente, si afferma anche quella borghese con la richiesta di nuovi soggetti.
Caravaggio, con la sua rivoluzionaria pittura diventa l'esponente principale della corrente del Naturalismo pittorico, basato sull'osservazione dal vero e su una nuova interpretazione della luce e del colore. Di scuola caravaggesca è la pittrice Artemisia Gentileschi, alcune delle sue opere sono esposte nei Musei Reali di Torino e nella Reggia di Venaria Reale (mostra: "Capodimonte da Reggia a Museo", Venaria Reale -Torino- dal 29 marzo al 15 settembre.(Prossimo post)
Annibale Carracci,  inaugurò la strada del Classicismo naturalistico, in cui il repertorio dei temi classici viene reso in maniera più coinvolgente e sensuale.
Ludovico Carracci rappresenta l'eccezione soprattutto nell'ambito delle rappresentazioni sacre: le sue opere offrono un'interpretazione molto sentita della religiosità con l'introduzione di  elementi nuovi e molto suggestivi,(potete vedere numerosi quadri dei Carracci alla mostra: "Capodimonte da Reggia a Museo", Venaria Reale -Torino- dal 29 marzo al 15 settembre.(Prossimo post).
Dall'importantissimo centro di formazione artistica, che era stata l'Accademia degli Incamminati di Bologna, emergono artisti di primo livello, come  Guido Reni, Guercino e Domenichino.
La teatralità, il senso di infinito, il dinamismo, la trasformazione, l'illusionismo e il cromatismo sono i principali valori nuovi che lo stile barocco portò nell'arte, soprattutto a Roma e in tutta Europa. fonte
  
 CHI E' IL GUERCINO?
 
Giovanni Francesco Barbieri, noto con lo pseudonimo de Il Guercino a causa di uno strabismo, è nato a Cento, in provincia di Ferrara, il 2 febbraio 1591 ed è morto a Bologna il 22 dicembre 1666.
Dall'età di 6 anni manifestò la sua attitudine per il disegno e il padre lo mandò presso vari pittori per apprenderne le tecniche. Questa dote era un dono di famiglia perchè il fratello e, successivamente il nipote, furono pittori discreti.

Opere giovanili a carattere Naturalistico e disegni
All'inizio della sua carriera Guercino dipinge opere a carattere naturalistico, questi ambienti gli sono cari poichè proviene da una famiglia di contadini.
 
Concerto campestre,1617-1618
olio su rame

Abile nel disegno, nella mostra sono presenti alcuni suoi carboncini dallo stile vivace. Le figure umane,  tutte maschili, sono dettagliate e in movimento.
 
Nudo virile di spalle che guarda a destra, 1616-1618
 carboncino oleato su carta grigia


giovane nudo seduto a terra appoggiato ad entrambe le mani e rivolto a destra, 1616-1618
carbone oleato su carta beige
 


OPERE A CARATTERE RELIGIOSO
 
San Sebastiano
 
San Sebastiano curato da Irene, 1619, olio su tela

La storia di San Sebastiano è singolare ed ha affascinato i grandi maestri della pittura che l'hanno dipinto collocandolo in contesti diversi. Ricordiamone alcuni: Antoon van Dyck (1615-16), Botticelli (1473),Pollaiolo (1475), El Greco (1577), Guido Reni il qualle era ossessionato da questo soggetto e dipinse ben 8 quadri a iniziare dal 1625, Domenichino, Perugino, TizianoMantegna in tre versioni... e molti altri.
San Sebastiano, passa dall'originaria figura di uomo di mezza età che indossa l'armatura a quella di adolescente muscoloso con un corpo intatto seminudo, fino a trasfigurarsi in una vera e propria icona gay. Generalizzando, dal XV sec., è dipinto come un giovane, dai tratti dolcissimi, quasi femminei, con un corpo perfetto, trafitto da frecce, interpretate come simboli fallici e con un ridotto perizoma che direziona lo sguardo. 
Pare che in alcune chiese fu rimosso perchè turbava le donne, come raccontato dal Vasari.
L'agiografia narra che il santo è stato condannato a morte perchè cristiano, legato ad un palo, è trafitto da numerosissime frecce e creduto morto. 
Santa Irene di Roma si reca sul luogo del supplizio per seppellirlo ma, accortasi che era vivo, se ne prende cura. La storia si conclude amaramente perchè il santo sarà ucciso e gettato nella fogna. La vicenda è ripresa dal Guercino che nel 1616 dipinge questo quadro e oltre venti anni dopo l'antefatto.
 
San Sebastiano, 1641-42
olio su tela


Il Figliol prodigo
 
 Il ritorno del figliol prodigo,1617     

La parabola del 'Figlio prodigo' o del 'Figlio perso e ritrovato' è un celebre racconto a carattere educativo, riportato solamente nel Vangelo secondo Luca 15,11-32. Un uomo ha due figli e uno di questi gli chiede, ed ottiene, la sua parte di eredità che, nel giro di un tempo breve, sperpera. Ritrovandosi affamato e senza denaro decide di ritornare dal padre chiedendogli di trattarlo come uno dei suoi dipendenti. Il padre lo vede arrivare e gli prepara una grande festa perchè il figlio, che credeva morto, è come rinato.

 
Amnon e Tamar 

Amnon e Tamar, 1627-28

La Bibbia racconta  che Tamar (figlia di Davide) era talmente bella che il suo fratellastro Amnon si innamorò di lei. Amnon con uno stratagemma fece in modo di rimanere solo con Tamar e le propose di giacere con lui. Al rifiuto della sorella Amnon la violentò e poi provando odio per lei la fece cacciare via. Tamar fuggì strappandosi le vesti e cospargendosi la testa di polvere in segno di lutto. Fuggendo, incontrò l'altro suo fratello, Assalonne, il quale, capendo ciò che era successo, le disse che ci avrebbe pensato lui e due anni dopo, approfittando del fatto che il fratello era ubriaco, lo fece uccidere dai suoi servi per vendicare il disonore arrecato a Tamar.


Susanna e i vecchioni

Anche questo è un tema biblico celeberrimo, dipinto da numerosi artisti tra i quali Artemisia Gentileschi, Pinturicchio, Lotto, Tintoretto, Veronese, Carracci, Rubens, Reni...
L'episodio è tratto dal Libro di Daniele: la casta Susanna, sorpresa al bagno da due uomini anziani che frequentano la sua casa, è sottoposta ad un ricatto sessuale: o acconsentirà di sottostare alle loro voglie o i due diranno al marito di averla sorpresa con un giovane amante. 
Susanna accetta l'umiliazione e sarà Daniele a smascherare la menzogna dei due laidi anziani. La rappresentazione di Susanna, sorpresa nuda, ha apparentemente intenti moralistici, ma spesso è pretesto per soddisfare la "pruderie" di committenti.

Santa Francesca Romana e l'angelo, 1657
olio su tela
Immacolata Concezione,1656
olio su tela
Padre Eterno, 1643


E' un dipinto di 'testa', ed è presente nell'inventario dei beni dei Savoia già dal 1635

San Matteo e l'Angelo, 1622

Sant'Agnese
 
Sant'Agnese, 1637-1642
olio su tela

Secondo la tradizione, fu una nobile appartenente alla gens Claudia e subì il martirio appena dodicenne, durante la persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano.  Accusata di magia, fu condannata al rogo, ma le fiamme si divisero sotto il suo corpo senza neppur tocccarlo ed i suoi capelli crebbero tanto da coprire la sua nudità. Dopo questo “miracolo” Agnese fu trafitta con colpo di spada alla gola, per questo il pittore l'ha dipinta con un agnello sacrificale in braccio

Le Sante Geltrude e Lucrezia, 1645
Pala d'altare, Galleria Sabauda, Torino

Samaritana al pozzo, 1647-48

Hecce Homo, 1659


Sposalizio della Vergine, 1670-1700 circa
olio su tela



MITI E LEGGENDE

                 
Venere Marte e Amore  
L'amore tra gli dei Marte e Venere è stata ispirazione di vari artisti e poeti tra i quali il Botticelli, Veronese,  Jacques-Louis David, Canova.
Guercino dipinse questo capolavoro per il duca Francesco I d'Este nel 1633, durante uno dei suoi soggiorni presso la corte di Modena.
Il mito parla della passione travolgente tra Venere e Marte, i quali consumano il loro amore nel letto di Venere e di Efesto (Dio del fuoco e delle fucine, ma con un corpo sgraziato). Efesto viene informato del tradimento da una sentinella, il Sole, il quale essendo onnipresente vede i due amanti “abbracciati in amore” (Omero, Odissea, VIII); furioso e sofferente Efesto medita una  vendetta e crea una catena d’oro sottile come la tela di un ragno, ma indistruttibile, che posiziona sul letto in modo tale da intrappolare i due amanti. Quando Marte e Venere si stendono sul letto, scatta la trappola e i due restano imprigionati. Solo il dio del mare convince Efesto a liberarli e i due amanti fuggono uno in Tracia e l'altra a Cipro.

Venere, Marte e Amore, 1634
olio su tela
 
 Il mito di Ercole
Guercino riprende il mito di Ercole (Eracle per i greci) del 600 a.C., che nella prima, delle dodici fatiche, deve uccidere un enorme leone che tormentava la popolazione di Nemea e la cui pelliccia era impenetrabile dalle armi, poiché non poteva essere ferito da ferro, bronzo o dalla pietra, era necessaria la sola forza della mano umana per eliminarlo e solamente Ercole poteva farcela.
 
 
Ercole con la clava e la pelle del leone, 1645
olio su tela
 
  Apollo e Marsia
Ed ecco dipinto un altro mito che ispirò molti artisti tra cui Mirone, Prassitele, Ovidio, Tiziano e Dante; quest'ultimo lo ricorda nell'invocazione ad Apollo nel canto I del Paradiso.
Pindaro narra che la dea Atena, dopo aver inventato l'aulos (una specie di flauto), gettò lo strumento infastidita del fatto che le deformasse le guance mentre lo suonava.
Il sileno Marsia lo raccolse e iniziò a suonarlo con una tale maestria che tutto il popolo ne fu ammaliato, convincendolo che il suo talento fosse maggiore anche rispetto al dio Apollo. Il dio lo sfidò e naturalmente vinse la gara. Per punire il peccato di superbia lo scorticò vivo. 
 
Guercino, Apollo scortica Marsia, 1618

 
*Ai lettori: se volete vedere lo stesso soggetto, ma dipinto da
Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto, Apollo e Marsia, 1637,
lo potete ammirare alla mostra: "Capodimonte da Reggia a Museo",
Venaria Reale -Torino dal 29 marzo al 15 settembre.
(Prossimo post)
 
 
 Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto, Apollo e Marsia, 1637,
 
Damone e Pizia
La leggenda greca di Damone e Pizia (o Finzia), risalente al IV secolo a.C., è veramente commovente e assurge a simbolo della vera amicizia e lealtà. Finzia e Damone sono amici (seguaci del filosofo Pitagora) e si recano a Siracusa. Qui Finzia contesta il tiranno Dionisio il Giovane e viene da lui condannato a morte (secondo altre versioni, l'accusa è falsa, ed è organizzata dai cortigiani di Dionisio per mettere alla prova l'amicizia tra i due).
Finzia chiede a Dionisio il permesso di fare ritorno a casa per salutare la sua famiglia e disporre delle sue cose, ma Dionisio rifiuta, convinto che sia uno stratagemma per fuggire. Damone si offre di prendere il posto di Finzia mentre questi è via; Dionisio accetta, a condizione che, se Finzia non fosse tornato, Damone sarebbe stato giustiziato al suo posto.
Damone accetta le condizioni, Finzia parte e il tempo passa inesorabile. Giunto il giorno dell'esecuzione, Dionisio ordina di uccidere Damone deridendolo per la sua malriposta fiducia; ma prima che il boia esegua il suo compito, Finzia si presenta scusandosi con Damone per il ritardo, spiegando che la nave sulla quale si trovava per tornare a Siracusa era stata colta da una tempesta, e poi dei banditi l'avevano aggredito lungo la strada, ma era riuscito ad arrivare giusto in tempo.
Dioniso stupito da questa prova di lealtà, decide di graziarli e chiede la loro amicizia.
 
Damone e Pizia, 1632



Catone

"Or ti piaccia gradir la sua venuta:
libertà va cercando, ch'è sì cara,
come sa chi per lei vita rifiuta".
Dante Alighieri, Purgatorio, canto I

Marco Porcio Catone Uticense E' simbolo della Libertà di pensiero e per questo motivo lo stesso Dante lo colloca a guardia del  Purgatorio e non tra i suicidi nel VII girone dell'Inferno. Catone era un celebre oratore,  ricordato per essersi ribellato alla presa di potere da parte del suo rivale Cesare, preferendo il suicidio all'umiliazione di chiedergli la grazia e assistere alla fine dei valori repubblicani di Roma, che aveva sempre difeso.

Suicidio di Catone, 1641, olio su tela


 Lucrezia 
Tito Livio ci racconta la leggenda di Lucrezia, violentata dal figlio dell'ultimo re di Roma. La donna sconvolta dall'accaduto chiama il padre e il marito e racconta la sua disavventura: «Alla vista dei congiunti, scoppia a piangere. Il marito allora le chiede: "Tutto bene?" Lei gli risponde: "Come fa ad andare tutto bene a una donna che ha perduto l'onore? Nel tuo letto, Collatino, ci son le tracce di un altro uomo: solo il mio corpo è stato violato, il mio cuore è puro e te lo proverò con la mia morte. Ma giuratemi che l'adultero non rimarrà impunito. Si tratta di Sesto Tarquinio: è lui che ieri notte è venuto qui e, restituendo ostilità in cambio di ospitalità, armato e con la forza ha abusato di me. Se siete uomini veri, fate sì che quel rapporto non sia fatale solo a me ma anche a lui." Uno dopo l'altro giurano tutti. Cercano quindi di consolarla con questi argomenti: in primo luogo la colpa ricadeva solo sull'autore di quell'azione abominevole e non su di lei che ne era stata la vittima; poi non è il corpo che pecca ma la mente e quindi, se manca l'intenzione, non si può parlare di colpa. Ma lei replica: "Sta a voi stabilire quel che si merita. Quanto a me, anche se mi assolvo dalla colpa, non significa che non avrò una punizione. E da oggi in poi, più nessuna donna, dopo l'esempio di Lucrezia, vivrà nel disonore!" Afferrato il coltello che teneva nascosto sotto la veste, se lo piantò nel cuore e, piegandosi sulla ferita, cadde a terra esanime tra le urla del marito e del padre" La storia si conclude con la sollevazione del popolo romano che caccia i Tarquini da Roma. Nasce la Res Publica Romana
  
Lucrezia, 1644


per un raffronto con un pittore contemporaneo
 
Guido Reni, Morte di Lucrezia, 1638-42
* ai lettori: questo quadro, con lo stesso soggetto del Guercino, non è presente nella mostra ma potete ammirarlo ai Musei Reali di Torino


 Cleopatra
La storia di Cleopatra è celeberrima, anche lei muore suicida, utilizzando un serpente velenoso. La sua tragica vicenda si intreccia con quella romana essendo stata amata sia da Giulio Cesare sia da Marco Antonio. Il suo mito è perpetuato nella pittura, (Tiepolo, Artemisia Gentileschi, Guido Reni, ...) nella scultura e nella letteratura.
 
La morte di cleopatra, 1648

Diana

Artemide-Diana, è la dea della caccia. I miti la descrivono come una giovane vergine, irascibile e vendicativa, amante della solitudine e nemica dei banchetti che era solita girovagare in luoghi isolati. In nome di Amore aveva fatto voto di castità. Diana è gemella di Apollo (o Febo) ed è figlia di Giove e Latona (Giunone).



Diana, 1646


Le Sibille
Le sibille sono sia personaggi storicamente esistiti, sia figure mitologiche greche e romane. Erano vergini ispirate da un dio, generalmente Apollo, con il dono della profezia, ma in forma oscura o ambivalente. I quadri delle quattro sibille, tre del Guercino e il quarto del Domenichino si trovano nella stessa sala espositiva. 
 
Sibilla, 1620


Sibilla Samia, 1651

La fanciulla è la Sibilla Samia, vissuta intorno al 700 a.C. nell'isola di Samos, una delle dodici riconosciute dalla Chiesa occidentale come profetesse della venuta di Cristo" fonte

Sibilla Persica 1647

Domenichino, Sibilla Cumana 1622

Domenico Zampieri (21 ottobre 1581 – 6 aprile 1641), soprannominato Domenichino a causa della sua bassa statura, ha dipinto questo splendido quadro mitologico, conservato nei Musei Capitolini accanto alla sibilla Persica del Guercino.
La Sibilla Cumana è la sacerdotessa di Apollo la cui leggenda è affascinante:
«Apollo innamorato di lei le offrì qualsiasi cosa purché diventasse la sua sacerdotessa, ed ella gli chiese l'immortalità. Ma si dimenticò di chiedere l'eterna giovinezza e, quindi, invecchiò sempre più finché, addirittura, il corpo divenne piccolo e consumato come quello di una cicala. Così decisero di metterla in una gabbietta nel tempio di Apollo, finché il corpo non scomparve e rimase solo la voce. Apollo comunque le diede una possibilità: se fosse diventata completamente sua, egli le avrebbe dato la giovinezza. Però, la sibilla, per non rinunciare alla sua castità, decise di rifiutare» fonte
L'antro della Sibilla Cumana si trova nella frazione di Cuma, tra i comuni di Pozzuoli e Bacoli, nella città metropolitana di Napoli.
Curiosità: nella Cappella Sistina Michelangelo dipinge sulla volta 5 sibille: Libica, Persiana, Eritrea, Delfica e Cumana.


Una famiglia di artisti:
 2 opere del fratello del Guercino e 2 del nipote


Paolo Antonio Barbieri
 fratello del Guercino, Natura morta con specchi, oggetti,frutta e ortaggi, prima metà del XVII sec


Paolo Antonio Barbieri, (fratello del Guercino) Natura morta con paramenti vescovili e argenti
prima metà del XVII sec

Benedetto Gennari, il giovane, nipote del Guercino, 1660-64, raffigura l'anziano pittore accanto all'amico e grande letterato Giovanni Battista Manzini

Cesare Gennari, nipote del Guercino, 
Davide vincitore di Golia, 1678-80

 
San Giovanni Battista

Guido Reni, San Giovanni Battista, 1635
 
San Giovanni Battista è raffigurato come un giovanissimo, coperto da una pelle di tigre ed una croce in mano su sfondo scuro. Guido Reni ha dipinto numerosi quadri sul tema della predicazione del Battista. E' un profeta apprezzato da più religioni compresa la Musulmana ed ha un posto di rilievo anche nel calendario della Massoneria. Giovanni Battista aveva profetizzato la venuta del Messia e battezzato Gesù, che era suo cugino, nel fiume Giordano. Per essersi opposto alla relazione tra Erode e la cognata Erodiade, viene incarcerato poi, per compiacere la figlia di Erodiade, Salomè, che aveva ballato a un banchetto per lui, lo fece decapitare.
L'opera, presente nella mostra, è conservata a Torino, nel Palazzo Reale.
San giovanni Battista ha ispirato i grandi pittori quali: Leonardo da Vinci, Ghirlandaio, Raffaello e molti altri.
 
Il ritratto
Ritratto di Francesco Righetti, 1626-1628
dottore in legge, suo paesano e committente


Curiosità: altri artisti con diversi tipi di strabismo furono RembrandtDürerDegasPicasso e (forse) Leonardo da Vinci
 
 

approfondimento 

Nel 1600 i pittori italiani  appartengono alla corrente stilistica  del Barocco, i cui elementi caratteristici  appaiono  a partire dalla fine del 1500 fino agli inizi del 1700. Nel seicento si manifestarono stili pittorici  diversi  in cui si possono individuare tre grandi filoni principali: classicismo, barocco, naturalismo che si ritrovano  all'interno  di varie correnti.

Il '600 è epoca degli scontri di religione conseguenti alla riforma protestante. I governi degli stati cattolici   sono condizionati dal controllo delle coscienze messo in atto dalla chiesa.   

L’arte del periodo  viene influenzata  dalla Controriforma (talvolta definita anche Riforma cattolica, cioè la reazione della Chiesa cattolica alla Riforma protestante) e  si può, in parte, definire  come uno strumento di propaganda del potere religioso, nella scelta di rappresentare spesso iconografie sacre, rendendo di fatto gli artisti meno liberi nell' espressività.  

Attraverso l'arte la Chiesa voleva coinvolgere i fedeli manifestando, con le immagini pittoriche, i valori universali del cattolicesimo. Questo portò moltissimi artisti italiani ed europei a stabilirsi a Roma, attratti dalle molteplici commissioni importanti,  spesso ben pagate,  e dalla  possibilità di successo e di notorietà. 

Per opera di grandi Papi del periodo e delle più potenti famiglie romane, Roma si affermò come centro e capitale  della cristianità e dell'arte, anche se l'arte del '600 ha conosciuto una ricca fioritura in vari centri  quali Milano, Torino,  Genova, Firenze, Venezia, Napoli,  Bologna (qui si assiste, grazie al Guercino, a Giovanni Lanfranco, Francesco Albani, Carlo Cignani, Elisabetta Sirani e altri, all'evolversi della tradizione del Carraccio con opere di altissimo livello).  


Guercino in mostra ai Musei Reali di Torino 


Guercino: la sua storia e il suo genio  

di Luca Sommi 

Video condiviso da You tube


 
sintesi della storia dell'arte del Seicento  
a cura del Prof. Felice Nalin.