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venerdì 28 giugno 2024

mostra la grande stagione dell'informale , Torino anni 50 e Museo di arti decorative Accorsi Ometto, De Chirico

 

 

Collezionare è accumulare esperienze, guardare e raccogliere, conservare e comunicare. L’uomo ha già cominciato la sua evoluzione collezionando. Che cosa sono le grotte dipinte se non una forma di comunicazione, e una collezione.

(Alberto Bolaffi)


Nelle nostre visite a km zero siamo state attratte da una mostra molto interessante offerta dal museo Accorsi-Ometto di Torino

Già gli ambienti e gli arredi del museo sono una mostra dentro la mostra e la collezione di Arte Informale, in contrasto con gli arredi prevalentemente settecenteschi, regala allo spettatore piacevoli sensazioni ambivalenti.

In questo post vi raccontiamo la mostra temporanea dedicata all'arte Informale nella Torino degli anni '50,   la storia del museo di arti decorative con le sue collezioni e arredi originali e l'aggiornamento sulla mostra di  Giorgio De Chirico .

Aggiornamento novembre 2024

GIORGIO DE CHIRICO 1924

08/11/2024 - 02/03/2025

De Chirico, Ulisse, autoritratto. 1924, tempera su tela. fonte

Abbiamo visitato la mostra dedicata a Giorgio De Chirico allestita per celebrare il centenario dalla nascita del Surrealismo, 1924-2024. Sono presenti   70 opere, tra cui cinquanta dipinti e disegni su carta di Giorgio de Chirico, una ventina di ritratti degli artisti, poeti e scrittori surrealisti, fotografati da Man Ray e Lee Miller.

Apre la rassegna uno dei tre autoritratti; il quadro è inserito in tipica sala del museo Accorsi-Ometto con mobili settecenteschi. 

Autoritratto con la madre, 1922, olio su tela. fonte

Autoritratto, 1925, olio su tela

Testa di San Giovanni, 1921,tempera su tela
Ritratto di signora, 1921, olio su tavola
Ritratto femminile, 1921 tempera su tavola

La moglie del filosofo, 1925, olio su tela
La Ciociara, 1925, olio su tela
Pericle, 1925, olio su tela
Gli archeologi, 1927, carboncino su carta

Cavalli in riva al mare, (Les deux chevaux), 1926, olio su tela

La casa del pittore, 1926, olio su tela

L'aragosta, (Natura morta con aragosta e calco), 1922, olio su tela
Natura morta con uva, 1922, olio su tela

 
 APPROFONDIMENTO
Giorgio de Chirico è stato un pittore italiano, fondatore della pittura metafisica, un movimento che ha influenzato profondamente l'arte moderna e il surrealismo. Nato a Volos, in Grecia, da genitori italiani, studiò arte ad Atene, Firenze e Monaco di Baviera, dove subì l'influenza della filosofia di Nietzsche e della pittura simbolista tedesca.
Le sue opere più celebri, realizzate tra il 1910 e il 1919, sono caratterizzate da paesaggi onirici e architetture classiche, popolati da statue, ombre allungate e oggetti enigmatici. Questi elementi creano un'atmosfera di mistero e malinconia, come in L'enigma di un pomeriggio d'autunno e Le muse inquietanti, opere che purtroppo sono assenti in questa mostra. Dopo il periodo metafisico, De Chirico cambiò stile, dedicandosi a un'arte più tradizionale e suscitando critiche contrastanti.
Morì a Roma nel 1978, lasciando un'eredità artistica di grande rilevanza, con un impatto duraturo sull'arte del XX secolo.

Alla Gam di Torino vi sono 2 opere di De Chirico: un autoritratto del 1940-45 e Bagnante al sole, (Arianna abbandonata), del 1931. v. qui
Al Castello di Rivoli se ne trovano altri 8, presenti nella Collezione Cerruti
 
 
TORINO ANNI '50
LA GRANDE STAGIONE DELL'INFORMALE
27/3/24 - 01/09/24



 
 Il nuovo è molto antico, si può anzi dire che 
è sempre ciò che c’è di più antico.
 Eugène Delacroix


Negli anni '50, in tutta Europa, Italia compresa, si afferma un nuovo linguaggio di libera espressività che si oppone al Novecentismo del ventennio precedente.
Nel 1952 il critico e pittore francese Michel Tapié definisce questa nuova tendenza “Informale” proprio per sottolineare la frattura con l’arte precedente. 
Nella mostra sono esposte oltre settanta opere di cinquanta artisti italiani e stranieri.
Tra i pittori e gli scultori attivi nel torinese ci sono gli astrattisti del MAC (=Movimento dell'Arte Concreta) tra cui Albino Galvano, Adriano Parisot, Filippo Scroppo, Carol Rama, Paola Levi Montalcini e i protagonisti dell’Arte Informale come Luigi Spazzapan, Umberto Mastroianni, Mattia Moreni, Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, Mario MerzPinot Gallizio e Piero Simondo.
L’ampia selezione degli artisti di livello internazionale che espongono in quegli anni a Torino comprende grandi artisti come Lucio FontanaGiuseppe Capogrossi, Alberto Burri, Emilio VedovaAfro, Jean Fautrier, Pierre Soulages, Georges Mathieu, Hans Hartung, Antoni Tapiés, Jean-Paul Riopelle, Asger Jorn, Pierre Alechinsky, Karel Appel, Imaï e Onishi".

Abbiamo visitato questa bella mostra con l'amaro in bocca, molti quadri, appartenenti a collezioni private, avevano il divieto di essere fotografati. Vorremmo esprimere il nostro dissenso rispetto a questa imposizione arbitraria. Gentili e fortunati possessori di opere d'arte, vi ricordiamo che l'Arte appartiene a tutti e noi che li ammiriamo e vorremmo ricordare il dipinto non solo con il cuore ma anche con una foto, non riusciamo a capirvi.


Pinot Gallizio, senza titolo, 1961, olio su tavola
 
 
Carol Rama, Parigi, 1955, tempera su carta
 

Adriano Parisot, qualcosa che scatta 23/9/51, olio su tela
 
 
"L'arte non prescinde dal tempo per esprimere semplicemente lo spirito della Storia universale, bensì è connessa al ruolo delle mode e a tutti gli ambiti del gusto."
Gillo Dorfles

Gillo Dorfles, senza titolo, 1947, tecnica mista su carta


Mauro Chessa, Monti a Torre Pellice, 1961-62, olio su tela

Mattia Moreni, Immagine quasi travolta, 1960, olio su tema

Emilio Vedova, ciclo 1962-1963 n.19, pittura su carta intelata

Emilio Scanavino, Composizione astratta, 1957, matita a carboncino su cartoncino

Toshimitsu Imaï, senza titolo, 1958, olio su tavola

Mario Lattes, Kaddish, 1959, olio su tela
 
"Mario Lattes è nato / il venticinque ottobre / millenovecentoventitre a Torino / dove vive e lavora / Ma lavorare non è esatto / e neanche vivere / Si ricorda di essere stato / dietro gli occhi di uno / che in piedi lo guardava / a pochi mesi nella carrozzina / con in testa una cuffia / di colore celeste / lavorare non è esatto / e neanche vivere / in questa città assassinata / la pietra dei marciapiedi non risuona più / non c'è più tenerezza nelle mani / sulle ringhiere di ferro / di scale e ballatoi / e ciò che gli aveva insegnato /
 essa l'ha dimenticato"
Mario Lattes, "Scheda" autobiografica


Mario Giansone, La donna della domenica, marmo rosa del Portogallo
questa scultura ha ispirato il titolo del romanzo omonimo di Fruttero e Lucentini.

Franco Garelli, Adri, 1962, bronzo

Umberto Mastroianni, Deflagrazione, 1962-63, bronzo

Umberto Mastroianni, Esplosione ballo tragico, 1961, bronzo

Sandro Cherchi, Cassandra, 1955,bronzo



Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1953, pastello su carta intelata
*divieto di fotografia
 
Giuseppe Capogrossi, composizione, 1954, tempera su carta intelata
*divieto di fotografia

Alberto Burri, Sacco rosso e nero, 1955, sacco, tele, tempera, plastica e chiodi su pannello
*divieto di fotografia


Mario Merz, S.T., 1964, olio su tela
*divieto di fotografia
 

APPROFONDIMENTO
Abbiamo citato alcune correnti pittoriche che vogliamo illustrarvi brevemente.
Novecentismo o Novecento è stato un movimento artistico italiano nato a Milano alla fine del 1922, iniziato da un gruppo di sette pittori: Mario Sironi Achille Funi, Leonardo Dudreville, Anselmo Bucci, Emilio Malerba, Pietro Marussig e Ubaldo Oppi. Essi reagiscono e rifiutano il Cubismo e il Futurismo e decidono un ritorno l'antichità classica, alla purezza delle forme e all'armonia nella composizione.
 
MAC o Movimento dell'Arte Concreta* è un movimento artistico fondato a Milano nel 1948 da Atanasio Soldati, Gillo Dorfles, Bruno Munari, Gianni Monnet, Augusto Garau, Ettore Sottsass, promosso da Albino Galvano, con lo scopo di dare impulso all'arte non figurativa, ed in particolare ad un tipo di astrattismo libero da ogni imitazione e riferimento con il mondo esterno, di orientamento prevalentemente geometrico. Vi aderirono architetti, disegnatori industriali e grafici. Il movimento si è sciolto nel 1958.
*Il termine Concreto o Concretismo era già stato introdotto nel 1930 da Van Doesburg e Kandinskij

Arte Informale è una corrente artistico-pittorica internazionale, nata alla fine degli anni quaranta del Novecento. E' una corrente estetica nuova che nasce in Europa ma si diffonde negli USA spostando il baricentro artistico a New York. La terribile Seconda guerra mondiale è finita, l'Europa è distrutta, le potenze vincitrici si 'impongono' anche in campo artistico. Il mondo ha bisogno di pace, idee, bellezza e l'arte, attraverso numerose correnti, soddisfa queste esigenze. Ci si concentra sul gesto, sul segno e sulla materia e diventano determinanti la tecnica, i colori e materiali sulla tela, meno la teoria e i contenuti.
Gruppo CO.BR.A: la sigla del gruppo era costituita dalle prime lettere di COpenaghen, BRuxelles e Amsterdam, le capitali dei paesi d'origine dei principali artisti che lo fecero nascere, vi era anche una componente italiana denominata Arte Nucleare. Il gruppo si caratterizza per: pittura semiastratta, colori molto brillanti, violente pennellate e figure umane distorte. 
 
In sintesi le correnti sono:
 
1. L'Informale negli USA
Color Field (=Campi di colore su canapa) Mark Rothko
 
2. L'Informale in Europa:
Gestuale segnico
Informale materico
 Alberto Burri, Jean Fautrier, Antoni Tàpies
Gruppo Cobra
Karel Appel, Asger Jorn
 
3. L'Informale in Italia
Giuseppe Capogrossi, Afro, Arnaldo Pomodoro, Emilio Vedova
 
4. Contemporanei - nuovo stile
Francis Bacon (irlandese)


FONDAZIONE ACCORSI-OMETTO

La Fondazione Accorsi-Ometto è un museo di arti decorative di Torino ed il primo fondato in Italia del suo genere.

Inaugurato nel 1999 dopo un accurato restauro, (ha 27 stanze ed una superficie di 2000 mq), ospita la collezione permanente del celebre antiquario torinese Pietro Accorsi e quella di Giulio Ometto, ed ospita mostre temporanee.

Il palazzo risale al 1616, commissionato dai Padri Antoniani che si dedicarono all'assistenza dei malati per oltre 100 anni. In seguito alla soppressione dell'ordine monastico passò in altre mani. A fine '800 ha abitato nel palazzo un grande pittore, seguace del Romanticismo, Antonio Fontanesi.

All'inizio del '900, Pietro Accorsi si stabilì con le sorelle in un ampio appartamento e, successivamente, acquistò l'intero stabile. Essendo un grande estimatore di oggetti d'arte, acquistò varie collezioni e partecipò ad aste internazionali acquisendo mobili e suppellettili di pregio, soprattutto del '700, piemontesi e francesi. Alla sua morte (il 26 ottobre 1982), non avendo eredi diretti, ha nominato nel testamento, Giulio Ometto come erede universale di tutte le sostanze, compresi gli immobili e il vasto patrimonio di oggetti d’arte con il preciso vincolo di allestire un museo gestito dalla Fondazione Accorsi. Giulio Ometto negli anni successivi acquistò numerosi reperti che arricchirono la già vasta collezione. Alla sua morte il Museo Accorsi ha aggiunto il cognome Ometto.

Il museo possiede 282 tra dipinti e miniature, 247 arredi, 379 ceramiche e 34 orologi. Nelle vetrine si ammirano cristalli di Baccarat, argenti, tabacchiere e porcellane di Meißen, Frankenthal e Sèvres. Tra i mobili francesi, veneziani e piemontesi, spicca il celebre doppio corpo firmato e datato 1738 da Pietro Piffetti, ritenuto dalla critica internazionale "il mobile più bello del mondo"


ingresso su via Po a Torino

fontana nel cortile

matrona romana?

elementi del cortile

statue sulle scale
statue sulle scale
fontana e Arlecchino

angoliera interno

piccola cassettiera intarsiata



prima sala Cignaroli, per la presenza di 3 dipinti di Vittorio Amedeo Cignaroli
sono presenti tre opere di Pietro Piffetti

Seconda sala Cignaroli, ospita altri  3 quadri di Vittorio Amedeo Cignaroli

uno dei 34 orologi presenti nella collezione

camera da letto veneziana, stile Rococò, ancora quadri del Cignaroli e di suo figlio

camera da letto di Pietro Accorsi letto a baldacchino dei primi anni del '700

gabbietta carillon e armadio pensile di Piffetti

elegante chaise-longue francese

salotto Luigi XV, il  tavolino è un Piffetti

salone Luigi  XVI

"Il mobile più bello del mondo", Doppio corpo a ribalta, Pietro Piffetti, 1738
legno in palissandro e bosso, tartaruga, bronzo dorato

Il mobile è imponente, commissionato per un matrimonio, ha numerosi simboli augurali quali un Cupido, il sole e la luna; costante è la presenza di Apollo e di Diana raffigurati entrambi in tenuta o ambiente di caccia. Magnifica la scena centrale con Diana dormiente accanto a una ninfa e ai suoi cani, una sorta di collage di immagini tratte dalla prestigiosa serie di incisioni che Cornelis Bloemaert e Giovanni Jacopo de Rubeis forgiarono, traendole dagli affreschi realizzati da Pietro da Cortona per le sale di Venere e di Giove di Palazzo Pitti. v. qui.

orologio

doppio corpo a ribalta rivestito in maiolica di Pesaro

Questo mobile è un pezzo unico al mondo e, nonostante sia rivestito dalle fragili e preziose ceramiche di Pesaro, è integro. Si racconta, e ci sono ancora i carteggi, che un nipote di Henry Ford volesse a tutti i costi acquistare il mobile e portarlo negli USA. La risposta fu sempre negativa, addirittura Accorsi ricevette da Ford un assegno in bianco ma l'antiquario gli scrisse che il denaro non gli dava le stesse sensazioni positive del mobile.


copia in marmo di Paolina Bonaparte del Canova, 
realizzata dallo scultore romano Cesare Fossi

sala da musica

"Loreto impagliato e il busto d’Alfieri, di Napoleone,
i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto!)
il caminetto un po’ tetro, le scatole senza confetti,
i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro,
un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di valve,
gli oggetti con mònito, salve, ricordo, le noci di cocco,
Venezia ritratta a musaici, gli acquerelli un po’ scialbi,
le stampe, i cofani, gli albi dipinti d’anemoni arcaici,
le tele di Massimo d’Azeglio, le miniature,
i dagherottipi: figure sognanti in perplessità"
(La signorina Felicita, Guido Gozzano)

prestigiosa sala da pranzo, servizio della manifattura Nast v. qui di Parigi

collezioni di porcellane

Inginocchiatoio dell'ebanista Luigi Prinotto


Ebanista piemontese, scrivania "mazzarina" da bambino, legno e avorio, 1705
Il nome di questa scrivania deriva dal cognome del primo ministro di Luigi XIV, il potente cardinale Giulio Mazzarino, succeduto a Richelieu nel 1642. Questo mobile nasce nel Seicento in Francia per poi affermarsi in tutta d’Europa, sempre con lo stesso disegno.
La scrivania presenta la parte frontale tripartita, con le sezioni laterali convesse. Al centro del Mazzarino, con legni diversi sono stati creati disegni floreali e completa l'insieme un cassetto e uno sportello arretrato. La scrivania poggia su otto gambe che terminano con piedi a cipolla.


Pietro Piffetti, cofano forte, legno e avorio


sculture



cucina

arredi della cucina

arazzo lana e seta delle celebri  Manifatture di Aubusson , 1770 circa


collage di pavimenti in marmo e legno


Maestro del polittico della cappella Medici, 
attivo a Firenze nella prima metà XIV sec,
Madonna in trono con Bambino e 4 santi, Crocifissione, Visitazione 
e Leggenda dei 3 vivi e dei 3 morti, 1330-1340


Un santo Tebeo e San lorenzo, 1496-1500


Maestro della Madonna delle nevi, (attivo a Chieri tra fine '400 e inizio '500),
Madonna con Bambino detta Madonna delle nevi 1495 circa


Maestro della Madonna delle nevi, (attivo a Chieri tra fine '400 e inizio '500),
Madonna Annunziata, 1490-1500


Maestro di area tedesca, inizio XVI secolo,
Sant'Anna Metterza
 

collezione di argenti

collezione di cristalli