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martedì 4 giugno 2024

Guercino, Giovanni Francesco Barbieri

 


GUERCINO. IL MESTIERE DEL PITTORE

Musei Reali di Torino

dal 23/03/2024 al 28/07/2024

Autoritratto 1630-1632

«Il Guercino è un pittore intimamente probo, virilmente sano, senza rozzezze; le sue opere si distinguono anzi per gentile grazia morale, per tranquilla e libera grandiosità, e per un che di particolare che consente, all'occhio appena esercitato, di riconoscerle al primo sguardo. La levità, la purezza e la perfezione del suo pennello sono stupefacenti. Per i panneggi usa colori particolarmente belli, con mezze tinte bruno-rossicce, assai ben armonizzanti con l'azzurro che pure predilige.»
(Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia)

In questa mostra si ammira l'arte di Guercino e di alcuni artisti del Seicento, attraverso oltre 100  opere provenienti da più di 30 musei e collezioni, inclusi  il Prado e il Monastero dell'Escorial
Noi non ci siamo fatte sfuggire questa opportunità che ci ha proiettate in un'epoca ed in uno stile oscillante tra classicismo, naturalismo e barocco. Le opere sono collocate in un palazzo storico che esalta le atmosfere mistiche. Anche la luce soffusa delle sale espositive conduce lo spettatore a un passato lontano facendolo vivere tra antichi miti e scene contemplative.
Purtroppo le foto non veicolano l'emozione e la bellezza dei quadri, come sempre vi invitiamo a vedere di persona queste meraviglie. La mostra è completa e abbraccia storicamente e cronologicamente buona parte della produzione del Guercino. 
La presenza di alcuni quadri di grandi autori del periodo (Guido Reni, il Domenichino...) permettono un raffronto tra gli stili, offrendo ai visitatori  non solo la  grandezza dell'opera del Guercino, ma anche una visione più ampia  sul mestiere di pittore e sull'arte del 1600.
Nella mostra i quadri, a volte eccessivamente vicini,  sono in ordine cronologico.  
 
Noi abbiamo pensato di organizzare il post suddividendolo per tematiche, in modo da facilitarne la fruizione (l'arte del '600, Il Guercino: le sue opere giovanili, i grandi quadri a tema religioso e quelli raffiguranti miti e leggende, una famiglia di artisti ecc.. e al fondo  come approfondimento  qualche  ulteriore informazione   sull'arte nel 600 e alcuni video)
 
 
IL 1600 NELL'ARTE 
E' un secolo ricco di cambiamenti, con un distacco dai canoni rinascimentali, nel quale emergono tre grandi filoni: il Naturalismo, il Classicismo e il Barocco; il Guercino le rappresenta tutte. Accanto alla committenza religiosa e signorile, comunque molto presente, si afferma anche quella borghese con la richiesta di nuovi soggetti.
Caravaggio, con la sua rivoluzionaria pittura diventa l'esponente principale della corrente del Naturalismo pittorico, basato sull'osservazione dal vero e su una nuova interpretazione della luce e del colore. Di scuola caravaggesca è la pittrice Artemisia Gentileschi, alcune delle sue opere sono esposte nei Musei Reali di Torino e nella Reggia di Venaria Reale (mostra: "Capodimonte da Reggia a Museo", Venaria Reale -Torino- dal 29 marzo al 15 settembre.(Prossimo post)
Annibale Carracci,  inaugurò la strada del Classicismo naturalistico, in cui il repertorio dei temi classici viene reso in maniera più coinvolgente e sensuale.
Ludovico Carracci rappresenta l'eccezione soprattutto nell'ambito delle rappresentazioni sacre: le sue opere offrono un'interpretazione molto sentita della religiosità con l'introduzione di  elementi nuovi e molto suggestivi,(potete vedere numerosi quadri dei Carracci alla mostra: "Capodimonte da Reggia a Museo", Venaria Reale -Torino- dal 29 marzo al 15 settembre.(Prossimo post).
Dall'importantissimo centro di formazione artistica, che era stata l'Accademia degli Incamminati di Bologna, emergono artisti di primo livello, come  Guido Reni, Guercino e Domenichino.
La teatralità, il senso di infinito, il dinamismo, la trasformazione, l'illusionismo e il cromatismo sono i principali valori nuovi che lo stile barocco portò nell'arte, soprattutto a Roma e in tutta Europa. fonte
  
 CHI E' IL GUERCINO?
 
Giovanni Francesco Barbieri, noto con lo pseudonimo de Il Guercino a causa di uno strabismo, è nato a Cento, in provincia di Ferrara, il 2 febbraio 1591 ed è morto a Bologna il 22 dicembre 1666.
Dall'età di 6 anni manifestò la sua attitudine per il disegno e il padre lo mandò presso vari pittori per apprenderne le tecniche. Questa dote era un dono di famiglia perchè il fratello e, successivamente il nipote, furono pittori discreti.

Opere giovanili a carattere Naturalistico e disegni
All'inizio della sua carriera Guercino dipinge opere a carattere naturalistico, questi ambienti gli sono cari poichè proviene da una famiglia di contadini.
 
Concerto campestre,1617-1618
olio su rame

Abile nel disegno, nella mostra sono presenti alcuni suoi carboncini dallo stile vivace. Le figure umane,  tutte maschili, sono dettagliate e in movimento.
 
Nudo virile di spalle che guarda a destra, 1616-1618
 carboncino oleato su carta grigia


giovane nudo seduto a terra appoggiato ad entrambe le mani e rivolto a destra, 1616-1618
carbone oleato su carta beige
 


OPERE A CARATTERE RELIGIOSO
 
San Sebastiano
 
San Sebastiano curato da Irene, 1619, olio su tela

La storia di San Sebastiano è singolare ed ha affascinato i grandi maestri della pittura che l'hanno dipinto collocandolo in contesti diversi. Ricordiamone alcuni: Antoon van Dyck (1615-16), Botticelli (1473),Pollaiolo (1475), El Greco (1577), Guido Reni il qualle era ossessionato da questo soggetto e dipinse ben 8 quadri a iniziare dal 1625, Domenichino, Perugino, TizianoMantegna in tre versioni... e molti altri.
San Sebastiano, passa dall'originaria figura di uomo di mezza età che indossa l'armatura a quella di adolescente muscoloso con un corpo intatto seminudo, fino a trasfigurarsi in una vera e propria icona gay. Generalizzando, dal XV sec., è dipinto come un giovane, dai tratti dolcissimi, quasi femminei, con un corpo perfetto, trafitto da frecce, interpretate come simboli fallici e con un ridotto perizoma che direziona lo sguardo. 
Pare che in alcune chiese fu rimosso perchè turbava le donne, come raccontato dal Vasari.
L'agiografia narra che il santo è stato condannato a morte perchè cristiano, legato ad un palo, è trafitto da numerosissime frecce e creduto morto. 
Santa Irene di Roma si reca sul luogo del supplizio per seppellirlo ma, accortasi che era vivo, se ne prende cura. La storia si conclude amaramente perchè il santo sarà ucciso e gettato nella fogna. La vicenda è ripresa dal Guercino che nel 1616 dipinge questo quadro e oltre venti anni dopo l'antefatto.
 
San Sebastiano, 1641-42
olio su tela


Il Figliol prodigo
 
 Il ritorno del figliol prodigo,1617     

La parabola del 'Figlio prodigo' o del 'Figlio perso e ritrovato' è un celebre racconto a carattere educativo, riportato solamente nel Vangelo secondo Luca 15,11-32. Un uomo ha due figli e uno di questi gli chiede, ed ottiene, la sua parte di eredità che, nel giro di un tempo breve, sperpera. Ritrovandosi affamato e senza denaro decide di ritornare dal padre chiedendogli di trattarlo come uno dei suoi dipendenti. Il padre lo vede arrivare e gli prepara una grande festa perchè il figlio, che credeva morto, è come rinato.

 
Amnon e Tamar 

Amnon e Tamar, 1627-28

La Bibbia racconta  che Tamar (figlia di Davide) era talmente bella che il suo fratellastro Amnon si innamorò di lei. Amnon con uno stratagemma fece in modo di rimanere solo con Tamar e le propose di giacere con lui. Al rifiuto della sorella Amnon la violentò e poi provando odio per lei la fece cacciare via. Tamar fuggì strappandosi le vesti e cospargendosi la testa di polvere in segno di lutto. Fuggendo, incontrò l'altro suo fratello, Assalonne, il quale, capendo ciò che era successo, le disse che ci avrebbe pensato lui e due anni dopo, approfittando del fatto che il fratello era ubriaco, lo fece uccidere dai suoi servi per vendicare il disonore arrecato a Tamar.


Susanna e i vecchioni

Anche questo è un tema biblico celeberrimo, dipinto da numerosi artisti tra i quali Artemisia Gentileschi, Pinturicchio, Lotto, Tintoretto, Veronese, Carracci, Rubens, Reni...
L'episodio è tratto dal Libro di Daniele: la casta Susanna, sorpresa al bagno da due uomini anziani che frequentano la sua casa, è sottoposta ad un ricatto sessuale: o acconsentirà di sottostare alle loro voglie o i due diranno al marito di averla sorpresa con un giovane amante. 
Susanna accetta l'umiliazione e sarà Daniele a smascherare la menzogna dei due laidi anziani. La rappresentazione di Susanna, sorpresa nuda, ha apparentemente intenti moralistici, ma spesso è pretesto per soddisfare la "pruderie" di committenti.

Santa Francesca Romana e l'angelo, 1657
olio su tela
Immacolata Concezione,1656
olio su tela
Padre Eterno, 1643


E' un dipinto di 'testa', ed è presente nell'inventario dei beni dei Savoia già dal 1635

San Matteo e l'Angelo, 1622

Sant'Agnese
 
Sant'Agnese, 1637-1642
olio su tela

Secondo la tradizione, fu una nobile appartenente alla gens Claudia e subì il martirio appena dodicenne, durante la persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano.  Accusata di magia, fu condannata al rogo, ma le fiamme si divisero sotto il suo corpo senza neppur tocccarlo ed i suoi capelli crebbero tanto da coprire la sua nudità. Dopo questo “miracolo” Agnese fu trafitta con colpo di spada alla gola, per questo il pittore l'ha dipinta con un agnello sacrificale in braccio

Le Sante Geltrude e Lucrezia, 1645
Pala d'altare, Galleria Sabauda, Torino

Samaritana al pozzo, 1647-48

Hecce Homo, 1659


Sposalizio della Vergine, 1670-1700 circa
olio su tela



MITI E LEGGENDE

                 
Venere Marte e Amore  
L'amore tra gli dei Marte e Venere è stata ispirazione di vari artisti e poeti tra i quali il Botticelli, Veronese,  Jacques-Louis David, Canova.
Guercino dipinse questo capolavoro per il duca Francesco I d'Este nel 1633, durante uno dei suoi soggiorni presso la corte di Modena.
Il mito parla della passione travolgente tra Venere e Marte, i quali consumano il loro amore nel letto di Venere e di Efesto (Dio del fuoco e delle fucine, ma con un corpo sgraziato). Efesto viene informato del tradimento da una sentinella, il Sole, il quale essendo onnipresente vede i due amanti “abbracciati in amore” (Omero, Odissea, VIII); furioso e sofferente Efesto medita una  vendetta e crea una catena d’oro sottile come la tela di un ragno, ma indistruttibile, che posiziona sul letto in modo tale da intrappolare i due amanti. Quando Marte e Venere si stendono sul letto, scatta la trappola e i due restano imprigionati. Solo il dio del mare convince Efesto a liberarli e i due amanti fuggono uno in Tracia e l'altra a Cipro.

Venere, Marte e Amore, 1634
olio su tela
 
 Il mito di Ercole
Guercino riprende il mito di Ercole (Eracle per i greci) del 600 a.C., che nella prima, delle dodici fatiche, deve uccidere un enorme leone che tormentava la popolazione di Nemea e la cui pelliccia era impenetrabile dalle armi, poiché non poteva essere ferito da ferro, bronzo o dalla pietra, era necessaria la sola forza della mano umana per eliminarlo e solamente Ercole poteva farcela.
 
 
Ercole con la clava e la pelle del leone, 1645
olio su tela
 
  Apollo e Marsia
Ed ecco dipinto un altro mito che ispirò molti artisti tra cui Mirone, Prassitele, Ovidio, Tiziano e Dante; quest'ultimo lo ricorda nell'invocazione ad Apollo nel canto I del Paradiso.
Pindaro narra che la dea Atena, dopo aver inventato l'aulos (una specie di flauto), gettò lo strumento infastidita del fatto che le deformasse le guance mentre lo suonava.
Il sileno Marsia lo raccolse e iniziò a suonarlo con una tale maestria che tutto il popolo ne fu ammaliato, convincendolo che il suo talento fosse maggiore anche rispetto al dio Apollo. Il dio lo sfidò e naturalmente vinse la gara. Per punire il peccato di superbia lo scorticò vivo. 
 
Guercino, Apollo scortica Marsia, 1618

 
*Ai lettori: se volete vedere lo stesso soggetto, ma dipinto da
Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto, Apollo e Marsia, 1637,
lo potete ammirare alla mostra: "Capodimonte da Reggia a Museo",
Venaria Reale -Torino dal 29 marzo al 15 settembre.
(Prossimo post)
 
 
 Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto, Apollo e Marsia, 1637,
 
Damone e Pizia
La leggenda greca di Damone e Pizia (o Finzia), risalente al IV secolo a.C., è veramente commovente e assurge a simbolo della vera amicizia e lealtà. Finzia e Damone sono amici (seguaci del filosofo Pitagora) e si recano a Siracusa. Qui Finzia contesta il tiranno Dionisio il Giovane e viene da lui condannato a morte (secondo altre versioni, l'accusa è falsa, ed è organizzata dai cortigiani di Dionisio per mettere alla prova l'amicizia tra i due).
Finzia chiede a Dionisio il permesso di fare ritorno a casa per salutare la sua famiglia e disporre delle sue cose, ma Dionisio rifiuta, convinto che sia uno stratagemma per fuggire. Damone si offre di prendere il posto di Finzia mentre questi è via; Dionisio accetta, a condizione che, se Finzia non fosse tornato, Damone sarebbe stato giustiziato al suo posto.
Damone accetta le condizioni, Finzia parte e il tempo passa inesorabile. Giunto il giorno dell'esecuzione, Dionisio ordina di uccidere Damone deridendolo per la sua malriposta fiducia; ma prima che il boia esegua il suo compito, Finzia si presenta scusandosi con Damone per il ritardo, spiegando che la nave sulla quale si trovava per tornare a Siracusa era stata colta da una tempesta, e poi dei banditi l'avevano aggredito lungo la strada, ma era riuscito ad arrivare giusto in tempo.
Dioniso stupito da questa prova di lealtà, decide di graziarli e chiede la loro amicizia.
 
Damone e Pizia, 1632



Catone

"Or ti piaccia gradir la sua venuta:
libertà va cercando, ch'è sì cara,
come sa chi per lei vita rifiuta".
Dante Alighieri, Purgatorio, canto I

Marco Porcio Catone Uticense E' simbolo della Libertà di pensiero e per questo motivo lo stesso Dante lo colloca a guardia del  Purgatorio e non tra i suicidi nel VII girone dell'Inferno. Catone era un celebre oratore,  ricordato per essersi ribellato alla presa di potere da parte del suo rivale Cesare, preferendo il suicidio all'umiliazione di chiedergli la grazia e assistere alla fine dei valori repubblicani di Roma, che aveva sempre difeso.

Suicidio di Catone, 1641, olio su tela


 Lucrezia 
Tito Livio ci racconta la leggenda di Lucrezia, violentata dal figlio dell'ultimo re di Roma. La donna sconvolta dall'accaduto chiama il padre e il marito e racconta la sua disavventura: «Alla vista dei congiunti, scoppia a piangere. Il marito allora le chiede: "Tutto bene?" Lei gli risponde: "Come fa ad andare tutto bene a una donna che ha perduto l'onore? Nel tuo letto, Collatino, ci son le tracce di un altro uomo: solo il mio corpo è stato violato, il mio cuore è puro e te lo proverò con la mia morte. Ma giuratemi che l'adultero non rimarrà impunito. Si tratta di Sesto Tarquinio: è lui che ieri notte è venuto qui e, restituendo ostilità in cambio di ospitalità, armato e con la forza ha abusato di me. Se siete uomini veri, fate sì che quel rapporto non sia fatale solo a me ma anche a lui." Uno dopo l'altro giurano tutti. Cercano quindi di consolarla con questi argomenti: in primo luogo la colpa ricadeva solo sull'autore di quell'azione abominevole e non su di lei che ne era stata la vittima; poi non è il corpo che pecca ma la mente e quindi, se manca l'intenzione, non si può parlare di colpa. Ma lei replica: "Sta a voi stabilire quel che si merita. Quanto a me, anche se mi assolvo dalla colpa, non significa che non avrò una punizione. E da oggi in poi, più nessuna donna, dopo l'esempio di Lucrezia, vivrà nel disonore!" Afferrato il coltello che teneva nascosto sotto la veste, se lo piantò nel cuore e, piegandosi sulla ferita, cadde a terra esanime tra le urla del marito e del padre" La storia si conclude con la sollevazione del popolo romano che caccia i Tarquini da Roma. Nasce la Res Publica Romana
  
Lucrezia, 1644


per un raffronto con un pittore contemporaneo
 
Guido Reni, Morte di Lucrezia, 1638-42
* ai lettori: questo quadro, con lo stesso soggetto del Guercino, non è presente nella mostra ma potete ammirarlo ai Musei Reali di Torino


 Cleopatra
La storia di Cleopatra è celeberrima, anche lei muore suicida, utilizzando un serpente velenoso. La sua tragica vicenda si intreccia con quella romana essendo stata amata sia da Giulio Cesare sia da Marco Antonio. Il suo mito è perpetuato nella pittura, (Tiepolo, Artemisia Gentileschi, Guido Reni, ...) nella scultura e nella letteratura.
 
La morte di cleopatra, 1648

Diana

Artemide-Diana, è la dea della caccia. I miti la descrivono come una giovane vergine, irascibile e vendicativa, amante della solitudine e nemica dei banchetti che era solita girovagare in luoghi isolati. In nome di Amore aveva fatto voto di castità. Diana è gemella di Apollo (o Febo) ed è figlia di Giove e Latona (Giunone).



Diana, 1646


Le Sibille
Le sibille sono sia personaggi storicamente esistiti, sia figure mitologiche greche e romane. Erano vergini ispirate da un dio, generalmente Apollo, con il dono della profezia, ma in forma oscura o ambivalente. I quadri delle quattro sibille, tre del Guercino e il quarto del Domenichino si trovano nella stessa sala espositiva. 
 
Sibilla, 1620


Sibilla Samia, 1651

La fanciulla è la Sibilla Samia, vissuta intorno al 700 a.C. nell'isola di Samos, una delle dodici riconosciute dalla Chiesa occidentale come profetesse della venuta di Cristo" fonte

Sibilla Persica 1647

Domenichino, Sibilla Cumana 1622

Domenico Zampieri (21 ottobre 1581 – 6 aprile 1641), soprannominato Domenichino a causa della sua bassa statura, ha dipinto questo splendido quadro mitologico, conservato nei Musei Capitolini accanto alla sibilla Persica del Guercino.
La Sibilla Cumana è la sacerdotessa di Apollo la cui leggenda è affascinante:
«Apollo innamorato di lei le offrì qualsiasi cosa purché diventasse la sua sacerdotessa, ed ella gli chiese l'immortalità. Ma si dimenticò di chiedere l'eterna giovinezza e, quindi, invecchiò sempre più finché, addirittura, il corpo divenne piccolo e consumato come quello di una cicala. Così decisero di metterla in una gabbietta nel tempio di Apollo, finché il corpo non scomparve e rimase solo la voce. Apollo comunque le diede una possibilità: se fosse diventata completamente sua, egli le avrebbe dato la giovinezza. Però, la sibilla, per non rinunciare alla sua castità, decise di rifiutare» fonte
L'antro della Sibilla Cumana si trova nella frazione di Cuma, tra i comuni di Pozzuoli e Bacoli, nella città metropolitana di Napoli.
Curiosità: nella Cappella Sistina Michelangelo dipinge sulla volta 5 sibille: Libica, Persiana, Eritrea, Delfica e Cumana.


Una famiglia di artisti:
 2 opere del fratello del Guercino e 2 del nipote


Paolo Antonio Barbieri
 fratello del Guercino, Natura morta con specchi, oggetti,frutta e ortaggi, prima metà del XVII sec


Paolo Antonio Barbieri, (fratello del Guercino) Natura morta con paramenti vescovili e argenti
prima metà del XVII sec

Benedetto Gennari, il giovane, nipote del Guercino, 1660-64, raffigura l'anziano pittore accanto all'amico e grande letterato Giovanni Battista Manzini

Cesare Gennari, nipote del Guercino, 
Davide vincitore di Golia, 1678-80

 
San Giovanni Battista

Guido Reni, San Giovanni Battista, 1635
 
San Giovanni Battista è raffigurato come un giovanissimo, coperto da una pelle di tigre ed una croce in mano su sfondo scuro. Guido Reni ha dipinto numerosi quadri sul tema della predicazione del Battista. E' un profeta apprezzato da più religioni compresa la Musulmana ed ha un posto di rilievo anche nel calendario della Massoneria. Giovanni Battista aveva profetizzato la venuta del Messia e battezzato Gesù, che era suo cugino, nel fiume Giordano. Per essersi opposto alla relazione tra Erode e la cognata Erodiade, viene incarcerato poi, per compiacere la figlia di Erodiade, Salomè, che aveva ballato a un banchetto per lui, lo fece decapitare.
L'opera, presente nella mostra, è conservata a Torino, nel Palazzo Reale.
San giovanni Battista ha ispirato i grandi pittori quali: Leonardo da Vinci, Ghirlandaio, Raffaello e molti altri.
 
Il ritratto
Ritratto di Francesco Righetti, 1626-1628
dottore in legge, suo paesano e committente


Curiosità: altri artisti con diversi tipi di strabismo furono RembrandtDürerDegasPicasso e (forse) Leonardo da Vinci
 
 

approfondimento 

Nel 1600 i pittori italiani  appartengono alla corrente stilistica  del Barocco, i cui elementi caratteristici  appaiono  a partire dalla fine del 1500 fino agli inizi del 1700. Nel seicento si manifestarono stili pittorici  diversi  in cui si possono individuare tre grandi filoni principali: classicismo, barocco, naturalismo che si ritrovano  all'interno  di varie correnti.

Il '600 è epoca degli scontri di religione conseguenti alla riforma protestante. I governi degli stati cattolici   sono condizionati dal controllo delle coscienze messo in atto dalla chiesa.   

L’arte del periodo  viene influenzata  dalla Controriforma (talvolta definita anche Riforma cattolica, cioè la reazione della Chiesa cattolica alla Riforma protestante) e  si può, in parte, definire  come uno strumento di propaganda del potere religioso, nella scelta di rappresentare spesso iconografie sacre, rendendo di fatto gli artisti meno liberi nell' espressività.  

Attraverso l'arte la Chiesa voleva coinvolgere i fedeli manifestando, con le immagini pittoriche, i valori universali del cattolicesimo. Questo portò moltissimi artisti italiani ed europei a stabilirsi a Roma, attratti dalle molteplici commissioni importanti,  spesso ben pagate,  e dalla  possibilità di successo e di notorietà. 

Per opera di grandi Papi del periodo e delle più potenti famiglie romane, Roma si affermò come centro e capitale  della cristianità e dell'arte, anche se l'arte del '600 ha conosciuto una ricca fioritura in vari centri  quali Milano, Torino,  Genova, Firenze, Venezia, Napoli,  Bologna (qui si assiste, grazie al Guercino, a Giovanni Lanfranco, Francesco Albani, Carlo Cignani, Elisabetta Sirani e altri, all'evolversi della tradizione del Carraccio con opere di altissimo livello).  


Guercino in mostra ai Musei Reali di Torino 


Guercino: la sua storia e il suo genio  

di Luca Sommi 

Video condiviso da You tube


 
sintesi della storia dell'arte del Seicento  
a cura del Prof. Felice Nalin.

4 commenti:

  1. bella mostra, vista

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    1. Sì Rosamaria, anche noi l'abbiamo trovata interessante anche se molto lontana dai gusti moderni. Un abbraccio

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