Dopo aver visitato Piancastagnaio, paese natale della nostra amica Maida e del quale abbiamo già pubblicato un post, ci siamo recate a Santa Fiora e ad Abbadia San Salvatore, due paesini medievali abbarbicati sul Monte Amiata che ci hanno riservato piacevoli sorprese artistiche, storiche e naturalistiche. Come sempre le foto non rendono merito di tanta bellezza, ma giudicate voi...
«e vedrai Santafior come si cura».
citata da Dante nel VI canto del Purgatorio per la sua appartenenza ghibellina
Santa Fiora
Santa Fiora, piccolo gioiello medievale incastonato tra dolci colline, è un borgo che sembra uscito da una cartolina e il cui nome rimanda a Flora, dea romana della primavera. Situato in provincia di Grosseto, sulle pendici del Monte Amiata, è uno di quei luoghi che catturano il cuore con il loro fascino senza tempo. Qui il profumo dei boschi di castagni si mescola a quello delle pietanze locali, mentre le stradine lastricate raccontano storie di un passato ricco e affascinante.
Il paese è noto per le sue sorgenti d’acqua cristallina, tanto che il cuore del borgo è dominato dalla Peschiera, un incantevole specchio d’acqua costruito dagli Sforza, dove le trote nuotano.
Nel centro storico si affacciano la Torre dell'Orologio, il Palazzo Pretorio e il Palazzo Sforza Cesarini.
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Torre dell'orologio (oggi in restauro)
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Ma Santa Fiora è anche vivace, con le sue sagre, le feste e quell’atmosfera familiare che ti fa sentire sempre il benvenuto. D’estate è un tripudio di eventi culturali, musica e gastronomia, mentre in inverno diventa un rifugio perfetto per chi ama la tranquillità e i caminetti accesi.
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Municipio |
Santa Fiora chi ci va si innamora chi ci resta va in malora
Proverbio santafiorese
E poi, diciamocelo: dove trovi un panorama che spazia dalle foreste verdi dell’Amiata fino alla Maremma? Insomma, Santa Fiora non è solo un paese, è una poesia da vivere. Vieni a scoprirlo e preparati a non voler più andare via!
scorci
una bottega con la data
Le ceramiche di Andrea della Robbia
Chi immaginava che in uno sperduto paese di montagna, abitato da 2500 anime, nella pieve delle Sante Flora e Lucilla si trovassero delle ceramiche di Andrea della Robbia (nipote di Luca della Robbia che ha inventato nel 1440 la terracotta invetriata)?
Pieve delle Sante Flora e Lucilla, edificio del 1142,
restaurata a fine '400 e trasformata nel '700
ciborio eucaristico
incoronazione della Vergine tra San Francesco e San Girolamo
Ultima cena
Resurrezione di Cristo
Madonna Assunta dona la cintola a San Tommaso apostolo
battesimo di Gesù con San giovanni Battista e gli angeli
Reliquiario delle SS. Flora e Lucilla donato dai conti Bosio Sforza e Cecilia Aldobrandeschi, sec XV
Le opere di Andrea della Robbia, tutte della seconda metà del 1400, sono state commissionate dai conti Sforza in occasione della visita a Santa Fiora del papa
Pio II nel 1462
Nella stessa chiesa si trovano due crocifissi lignei di autori sconosciuti, del XIV e del tardo 1500.
Un altro segreto è custodito in una minuscola chiesetta, dedicata alla Madonna delle Nevi, che racchiude il punto esatto della sorgente del fiume Fiora e un'antica strada lastricata, visibili sotto il pavimento di vetro.
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Madonna delle Nevi del 1640 |
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le sorgenti del fiume Fiora
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in tempi recenti sono emersi degli affreschi attribuibili a Francesco Nasini
La Peschiera
la Peschiera
Sorge attorno alle sorgenti del fiume Fiora. E' delimitata da un muro in trachite (roccia magmatica) e fu voluta dagli Sforza nel XVI secolo, che qui realizzarono un parco-giardino.
entrata
L'accesso al parco, costituito da pini, cipressi, tigli, castagni, lecci, cedri e magnolie, avviene da un piccolo edificio con loggiato a tre archi.
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parco |
Dalla peschiera le acque del Fiora defluiscono in una vasca posta all'esterno del muro di cinta, sormontata da due delfini con il tridente, utilizzata un tempo come abbeveratoio e poi come lavatoio pubblico.fonte
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lavatoio |
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Chiesa di Sant'Antonio
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Chiesa di Sant'Agostino
Chiesa del Suffragio
Le tre croci soprannominate i Tronchi sono portate in processione il 3 maggio di ogni anno
piastrelle e cementine della Chiesa del Suffragio
vagone della miniera di mercurio
Il museo si trova nel Palazzo Sforza Cesarini
L'ingegnere tedesco Friedrich Ammann, alla fine del 1800, ha scoperto in questo territorio un giacimento di mercurio*. E' iniziata una proficua attività di estrazione che ha impegnato gran parte degli abitanti del paese e di quelli limitrofi fino al 1977, quando le miniere sono state chiuse definitivamente.
*Il mercurio, o cinabro, è un metallo liquido, molto tossico e inquinante, usato in passato nei termometri, in alcuni insetticidi, coloranti, batterie, farmaci (soprattutto nella cura della sifilide) e, ancora oggi in Brasile, per la purificazione dell'oro e dell'argento. La forma più pericolosa per la salute umana è comunque quella organica -principalmente metilmercurio- presente nel pesce (tonno, pesce spada e squali!) ed altri alimenti, che vengono assorbiti ed accumulati nei tessuti. fonte |
piazza del Ghetto |
Il nome della piazza rimanda alla presenza storica di una comunità ebraica a Santa Fiora. Come in altre località toscane, gli ebrei si stabilirono qui nei secoli passati, spesso attratti dalle opportunità economiche e dalla tolleranza relativa offerta da alcune famiglie nobili locali. A Santa Fiora, la potente famiglia Aldobrandeschi, che governò a lungo la zona, e successivamente gli Sforza, permisero la coesistenza di diverse comunità religiose.
La piazza rappresentava il centro della vita comunitaria per gli ebrei, che spesso erano confinati in quartieri specifici detti "ghetti". Qui vivevano e lavoravano, contribuendo con attività commerciali, artigianali e prestiti bancari all'economia locale. La struttura della piazza e dei vicoli circostanti rispecchia l'architettura tipica dei ghetti, con stradine strette e edifici addossati tra loro.
Curiosità:
Il Coro dei Minatori di Santa Fiora ha accompagnato Samuele Cristicchi durante la tournée "Canti di miniera, d'amore, vino e anarchia"; il coro tra il 2009 e il 2010 ha partecipato - sempre insieme a Cristicchi - a varie trasmissioni televisive, tra le quali il festival di Sanremo, e al concerto del Primo Maggio a Roma in occasione della festa dei lavoratori. Andrea Camilleri si recava spesso nella sua villa di Bagnolo, una frazione di Santa Fiora, ottenendone la cittadinanza onoraria.
Davide Lazzaretti (pubblico dominio)
Davide Lazzaretti (1834-1878), noto come il "Profeta dell'Amiata," fu un mistico e riformatore sociale italiano. Nato ad Arcidosso, iniziò come carrettiere ma ebbe visioni mistiche che lo spinsero a fondare una comunità religiosa basata su principi di uguaglianza, condivisione e rinnovamento spirituale con istanze rivoluzionarie.Fondò il "Giurisdavidismo" e una comunità a Monte Labbro, dove cercò di realizzare una società utopica. Le sue idee incontrarono l’opposizione delle autorità civili e religiose, che lo considerarono un sovversivo ad eccezione di San Giovanni Bosco che lo ospitò a Torino e lo sostenne. Fu ucciso nel 1878 durante una manifestazione, colpito da un carabiniere, e sepolto a Santa Fiora in terra sconsacrata. Successivamente le sue spoglie furono richieste da Cesare Lombroso, il fondatore dell'Antropologia Criminale (una pseudo scienza), con lo scopo di ricercare nel Lazzaretti l'origine organica di una follia criminale. I resti del Lazzaretti furono conservati per circa un secolo nel museo e successivamente, per volere scritto dello stesso Lombroso, traslati nel
Centro studi David Lazzaretti di Arcidosso. Cristicchi e Rutelli hanno scritto un'opera teatrale sulla sua vita, "Il secondo figlio di Dio".
Abbadia San Salvatore
Da Piancastagnaio, dove alloggiamo, ad Abbadia San Salvatore ci sono circa 7 km che decidiamo di percorrere a piedi per ammirare il paesaggio. In parte utilizziamo una pista ciclabile che, purtroppo, non è stata terminata, ma che ci porta in sicurezza alle porte del paese.
Il paesaggio montano, ricco di castagneti, è mozzafiato e in lontananza si vedono i soffioni boraciferi.
paesaggio
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Torrione di Abbadia (oggi in restauro) |
Abbadia San Salvatore, delizioso borgo toscano adagiato sulle pendici del Monte Amiata, è il luogo ideale per chi cerca un mix perfetto di storia, natura e quel pizzico di magia che solo i piccoli paesi sanno regalare. Non a caso, viene soprannominata "la città delle fiaccole" per la sua tradizionale festa natalizia, durante la quale il centro si illumina di grandi cataste di legna ardenti, creando un’atmosfera da fiaba.
Il cuore del borgo è il suo antico monastero benedettino, che sembra uscito direttamente da un libro di storia medievale. Fondato nel 743, custodisce segreti, leggende e una cripta che lascia senza parole.
scorci
Passeggiare per il centro storico, con le sue stradine acciottolate e le case in pietra, è come fare un viaggio indietro nel tempo, ma senza rinunciare alle comodità moderne (e a qualche golosa tappa nei forni locali!).
E non dimentichiamo il lato avventuroso di Abbadia! Con il Monte Amiata alle porte, c’è spazio per escursioni, passeggiate tra i castagni e giornate di sci quando la neve arriva a dipingere di bianco il paesaggio. D’estate, invece, i boschi offrono un fresco rifugio dove rilassarsi e magari trovare qualche fungo.
Abbadia San Salvatore è insomma il posto dove puoi vivere la Toscana più autentica, tra sapori rustici, panorami mozzafiato e un’accoglienza calorosa che ti farà sentire subito a casa.
interno affreschi dei Nasini (padre e figlio)
All'entrata del paese incontriamo la Chiesa della Madonna dei Remedi costruita nel 1602, all'interno della quale ammiriamo gli affreschi di Giuseppe Nicola (figlio) e Francesco Nasini (padre) e sull'altare un quadro del 1500 di autore sconosciuto.
Ecco un'altra chiesa ancora più antica, è quella di San Leonardo del 1296.
chiesa di San Leonardo
Chiesa di Santa croce del 1221, distrutta da un incendio nel 1791,
fu ricostruita nel 1801
fonte battesimale del 1509
Torrione
Costruito nel XIII secolo, il Torrione faceva parte delle fortificazioni che proteggevano il borgo, sorto attorno alla celebre abbazia. Oltre alla sua funzione difensiva, serviva come punto di osservazione per controllare le vallate circostanti.
Il monastero
il chiostro del monastero
Il monastero di Abbadia San Salvatore è stato fondato nel 743 dal re longobardo Rachis ed è legato a un’antica leggenda secondo cui il sovrano decise di edificare l’abbazia dopo aver avuto in sogno una visione della Croce di Cristo. Il sito ha avuto fortune alterne, dovute ai frequenti scontri sia con la potente casata degli Aldobrandeschi di Santa Fiora, sia con gli Orsini. Io fui latino e nato d’un gran Tosco:
Guiglielmo Aldobrandesco fu mio padre;
non so se ’l nome suo già mai fu vosco.»
(Dante Alighieri, Purgatorio, Canto XI - versi 58-60)
Inizialmente, il monastero fu un importante centro benedettino e un motore culturale e religioso del Medioevo. La comunità monastica seguiva la Regola di San Benedetto e l’abbazia divenne rapidamente un punto di riferimento per l’intera regione, grazie alla sua posizione strategica sulla via Francigena e alle sue ricche donazioni.Dall'abbazia proviene il celebre Codex Amiatinus, la più antica copia manoscritta della Bibbia nella sua versione latina redatta da San Girolamo, risalente al VII secolo, attualmente conservato presso la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Un altro documento di notevole valore è la Postilla Amiatina, risalente all'anno 1087 e considerata uno dei primi documenti in Italia del volgare.
Nel corso dei secoli, l'abbazia subì diverse trasformazioni. Passò sotto il controllo della Congregazione di Santa Giustina di Padova nel XV secolo, segnando un periodo di rinnovamento spirituale e architettonico. Successivamente, il monastero perse parte della sua importanza a causa delle soppressioni napoleoniche e delle riforme ecclesiastiche.particolari della grande chiesagli affreschi
Oggi, la chiesa abbaziale, dedicata al Santissimo Salvatore, conserva numerosi elementi di pregio, tra cui una cripta suggestiva con colonne decorate e capitelli medievali, simbolo della lunga storia di questo luogo sacro.
la cripta con le 35 colonne i cui capitelli sono uno diverso dall'altro
Leggende e curiosità
1. La Croce Miracolosa: Una leggenda narra che il crocifisso ligneo policromo del XII secolo sia miracolosamente sopravvissuto a un incendio che distrusse parte della chiesa nel Medioevo. I fedeli lo considerano un simbolo di protezione divina.
crocifisso lineo in cima alla scalinata
2. Il Tesoro dei Monaci: Si dice che nei sotterranei dell'abbazia i monaci nascosero un ricco tesoro per proteggerlo dalle incursioni barbariche. Secondo la tradizione, il tesoro non è mai stato trovato e alimenta il fascino del luogo.
3. Le Rune Longobarde: Un'antica colonna all’interno dell’abbazia presenta incisioni che alcuni studiosi ritengono di origine longobarda, un segno della commistione culturale dell’epoca.
Le Fiaccole
E' un'antichissima tradizione di origine pagana, celebrata tra la vigilia e la notte di Natale. Dopo la costruzione del monastero, nell'8° secolo, il 24 dicembre, gli abitanti dei villaggi vicini si riunivano intorno alla chiesa e davano fuoco a delle cataste di legna, a forma piramidale alte fino a 7 metri, chiamate le fiaccole, che bruciavano per tutta la notte.
La Vigilia di Natale, di fronte al palazzo comunale, si svolge la "benedizione del fuoco", cioè di una torcia, alla presenza del sindaco e del parroco: con questo fuoco si accenderanno le torce di tutti i capi fiaccola. Successivamente parte la processione accompagnata dalla banda musicale che passa da ogni pira per l'accensione.
L'offerta dei Censi
La festa si svolge a luglio, è una rievocazione storica della vita medievale, con artigiani, arcieri e sbandieratori, culmina con la processione fino all'Abbazia per offrire i "censi", costituiti da prodotti locali all'abate, in cambio della protezione sulle terre del borgo.
Prossimo post
Siamo a circa 70 km da Siena, dobbiamo assolutamente visitarla...
interessanti questi antichi borghi toscani
RispondiEliminaSono paesi meravigliosi ricchi di storia, arte, bellezze paesaggistiche... meritano un viaggio. Un abbraccio
Eliminal'Italia è piena di antichi borghi e paesi bellissimi specialmente nel centro Italia io consiglio di visitare l' Umbria
RispondiEliminaL'Umbria è terra d'arte, imperdibile, come tutto il territorio italiano. Noi consigliamo di uscire dai circuiti turistici e visitare i piccoli borghi. Un abbraccio
Eliminainteressante suggerimento per visite
RispondiEliminaSiamo affascinate dai piccoli paesi, ognuno di essi ha tanta bellezza da offrire. Un abbraccio
Eliminasaranno anche belli questi luoghi , ma tutte queste chiese .. che noia !!!
RispondiEliminaLo statuto del blog ci invita ad evitare discorsi religiosi e politici ( ogni nostra scelta è politica!), ma i grandi artisti del passato, sia pittori, sia architetti, hanno dipinto opere e costruito chiese commissionate dal clero... Non possiamo ignorarli. Un abbraccio
EliminaPer molti secoli l'arte è stata tramandata solo attraverso le chiese!
RispondiEliminaSiamo d'accordo, per secoli e secoli l'Arte transita ...in chiesa, difficile ignorarla. Un abbraccio
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