“Il punto di partenza è la tensione verso la bellezza, verso l’arte, in modo che la sorpresa, lo stupore, l’inatteso siano parte anche dell’opera architettonica.”
PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI
Condizioni meteo permettendo riprendiamo le nostre scorribande a km zero (*v. post) visitando un'altra dimora di casa Savoia e tenendo conto che c'era anche la possibilità di visitare la mostra fotografica "Family" di Elliott Erwitt ubicata in alcune stanze della palazzina e di cui parleremo al fondo del post.
Già da lontano ci appare la palazzina nella sua maestosità e regalità che culmina all'interno con la bellezza del salone centrale dello Juvarra e che solo per questo meriterebbe una visita.
La sala centrale è il cuore dell’edificio attorno al quale è stato sviluppato
l’intero complesso edilizio. La grande stanza è composta da una sala ovale con un soffitto a cupola. La sala venne terminata nel 1730 e in seguito il re commissionò
a Giuseppe e Domenico Valeriani il grande affresco
sulla volta dedicato a Diana dea della caccia.
*v. immagini interattive del salone su Google
La Palazzina di Caccia di Stupinigi è stata una residenza venatoria, eretta per i Savoia fra il 1729 e il 1733 su progetto dell'architetto Filippo Juvarra. Il sito, nel 1997 è stato proclamato patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Già in età medievale era presente nel luogo un piccolo castello ancora visibile ad est della Palazzina. La proprietà variò nei secoli per ritornare, nel 1564, ai Savoia che la gestirono tramite l'Ordine Mauriziano, il cui Gran Maestro era il duca stesso. La pianta della palazzina è definita dalla figura dei quattro bracci a croce di Sant'Andrea al centro della quale si trova il salone ovale.
UN PO' DI NUMERI
L'interno, in
Rococò italiano,
- ha una superficie di circa 31.000 mq. suddiviso in 137 camere e 17 gallerie
- 14.000 mq. sono occupati dai fabbricati adiacenti, 150.000 mq. dal parco
- 3.800 mq. dalle aiuole esterne
La costruzione si protende anteriormente racchiudendo un vasto cortile ottagonale, su cui si affacciano gli edifici di servizio.
UN PO' DI GOSSIP...
Anche Napoleone vi soggiornò, nel maggio 1805, prima di recarsi a Milano per essere incoronato imperatore e nel 1808, soggiornò alla palazzina Paolina Bonaparte con il marito, il principe Camillo Borghese. Nel 1832 la Palazzina ritornò di proprietà della famiglia Savoia, per essere restituita, nel 1925, con i possedimenti circostanti, all'Ordine Mauriziano* che comprende anche:
1. Abbazia di Santa Maria Staffarda
2. Precettoria di Sant'Antonio Ranverso
3.L'Archivio Storico dell'Ordine (con documenti dall'anno 1000 ai nostri giorni)
4. la Basilica Mauriziana di Torino
e numerosi altri beni.
* L'ordine nasce per volere di Emanuele Filiberto duca di Savoia dalla fusione dell’Ordine Cavalleresco e Religioso di San Maurizio (Ripaille – Chablais, 1434) con l’Ordine per l’Assistenza ai Lebbrosi di San Lazzaro (Gerusalemme, 1090), perché la “milizia cavalleresca” si volga agli “uffici pietosi verso gli infermi”. Nasce l'Ospedale Mauriziano di Torino con una piccola sede vicino a Porta Palazzo e nel 1881 si costruirà l'edificio tutt'ora presente.
CONTINUIAMO LA VISITA..
-1766-
Questa scultura si trovava sulla cupola della Palazzina, ma per motivi di tutela è stata posta all'interno del museo, al suo posto, nel 1992, è stata posta una copia. Lo scultore di corte, Francesco Ladatte inoltre realizzò i piatti e i candelabri d'argento per la Palazzina.
nell'antibiblioteca e nella biblioteca sono presenti numerosi ritratti di bambini di Casa Savoia
Fino al 1800 i bambini e le bambine indossavano gli stessi abiti (almeno sino ai 4 anni e oltre), anche per i maschi si privilegiavano le gonne e i vestiti. I motivi erano di ordine pratico: erano facili da indossare e da togliere, comodi quando il bambino doveva andare in bagno e così preziosi, perchè di natura artigianale, da essere riciclati più volte tra i numerosi figli. 0
Il bambino è Maurizio Giuseppe, figlio del re Vittorio Emanuele III, si intuisce che è un maschio perchè impugna una lancia
Le due sale, decorate in azzurro e oro, sono state ricavate dall'antica Scuderia Juvarriana.
Anditi di passaggio, sala gioco e sala da pranzo
Gabinetto di Paolina Borghese, denominazione acquisita nel 1925 perchè vi dimorarono dei nobili francesi. Caratteristica è la grande vasca in marmo bianco, scolpita esternamente.
sala esagonale e gabinetti cinesi
salotto
sala delle prospettive è tutto un trompe l'oeil
camera da letto del XVIII sec. con baldacchino "all'imperiale", proveniente dalla Reggia di Colorno (PR)
numerose stanze hanno piccoli o grandi altari privati
atrio dell'appartamento dei Duchi di Chiablese decorato con due statue marmoree: Diana e Atteone, 1771, dello scultore Giovanni Battista, Bernero
salone centrale della palazzina
lo spettacolare lampadario in bronzo e cristallo visto dal basso
soffitto con affreschi di caccia
particolare
soffitti sono molto curati, tutti affrescati
i pavimenti non sono sfarzosi come nelle altre residenze sabaude, qui prevalgono la pietra policroma, il cotto
alcuni mobili e suppellettili della reggia
edifici all'esterno della Palazzina di Caccia
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elefante Fritz
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La palazzina oltre alla selvaggina destinata alla caccia, ospitava un piccolo zoo con animali esotici tra cui il celebre elefante Fritz la cui triste storia è stata raccontata nel post
elefante.. ispirazioni creative
in mostra a Torino in piazza Castello
CURIOSITA'
*La corona delle Delizie
Intorno a Torino tra il 1500 e il 1700 sorsero a raggiera delle residenze reali che andarono a creare la «Corona di delizie», detta così perché cingeva da tutti i lati la capitale. Le residenze furono Mirafiori, Regio Parco (alla confluenza di Stura e Po), Valentino, Villa della Regina, Venaria e Stupinigi (che dista da piazza Castello 10 km esatti). Costituivano un insieme di dimore legate solo agli svaghi, inframmezzate dai classici castelli di Rivoli e di Moncalieri, circondate da latifondi spesso con diritti di caccia.
Alcune decaddero altre ebbero più secoli di splendore.
ELLIOTT ERWITT - FAMILY
Mostra fotografica dal 4.03.2023 all'11.06.2023
presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi
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foto celebre, scattata dal punto di vista del cane più piccolo |
Elliott Erwitt, (nato Elio Romano Erwitz, ma il nome fu americanizzato), è nato a Parigi il 26 luglio 1928 da genitori ebrei di origine russa, ha vissuto in Italia fino al 1938 ma emigrò con la famiglia negli Stati Uniti d'America nel 1939 a causa delle leggi razziali fasciste. Qui Erwitt studiò fotografia. Per 70 anni ha svolto il lavoro di fotografo con una cura ed una sensibilità particolare venata da una sottile ironia.
La fotografia è tutta qui: far vedere a un’altra persona quel che
non può vedere perché è lontana, o distratta, mentre tu invece sei stato
fortunato e hai visto. - Elliott Erwitt
Ha scelto personalmente tutte le foto della mostra che sono rigorosamente in bianco e nero.
Con una carrellata storico-sociale ci mostra vari modelli di famiglia, in un arco temporale di 70 anni, suscitando le emozioni più disparate: stupore, ilarità, pietà, tenerezza...
Qui di seguito alcune foto tra quelle che ci hanno maggiormente colpito
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Francia, Provenza, 1955, la foto è stata scattata per promuovere il turismo ed ebbe un enorme successo |
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due coniugi - Irlanda
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moglie e figli del fotografo
famiglia americana
una famiglia...alternativa
Di me dicono che sono un umorista: le mie foto dei cani che saltano
quando gli abbaio, o suono la trombetta… La cosa più difficile e utile
al mondo è far ridere-Elliott Erwitt
una delle tante foto con protagonisti i cani
Erwitt propone anche delle sequenze fotografiche come quelle che vedete qui di seguito.
Nella prima fotografa la sua seconda moglie prima e dopo la nascita della loro bambina.
un'altra sequenza
Se
le mie
immagini aiutano qualcuno a vedere le cose in un certo modo, probabilmente è a guardare le cose con più leggerezza. Tutto è serio ma
può anche non esserlo"-Elliott Erwitt
Se siete interessati potete visionare molte altre foto nelle galleries del sito di Elliott Erwintt: *v. sito di Elliott Erwitt https://it.elliotterwitt.com/
tutto bellissimo
RispondiEliminaGrazie Clara, siamo state veramente conquistate dalla reggia e dalla mostra di Erwitt. Un abbraccio
Eliminada visitare sicuramente
RispondiEliminaSi Roby, la palazzina è un gioiellino, peccato che la mostra fotografica sia terminata. Un abbraccio
Eliminaadoro erwitt
RispondiEliminaAnche noi, le sue foto in bianco e nero sono dei capolavori artistici. Un abbraccio
Eliminawonderfull
RispondiEliminaYes, a beautiful photographic exhibition in a magnificent historical and artistic setting. Greetings from Italy
Eliminaveramente incantevole; la mostra di Erwitt molto bella
RispondiEliminaSiamo state rapite dall'arte di Erwitt, un bianco e nero artistico ad alto livello, non da meno la palazzina, un vero gioiello. Un abbraccio
EliminaSia la Palazzina sia la mostra di Erwitt sono ad altissimo livello, un connubio perfetto. Un abbraccio
RispondiEliminaBello e completo come sempre. Sapete che conosco bene anch'io sia la palazzina, sia la mostra. Abbracci. Maida
RispondiEliminaCari lettori, sveliamo l'arcano, la Palazzina è stata visitata da 4 persone: Patrizia, Teresa, Maida e Maria Rosa. Le nostre amiche hanno collaborato con foto e osservazioni preziose quindi siamo noi a doverle ringraziare per la compagnia, il supporto tecnico e la loro amicizia. Grazie a voi care amiche...
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