-Giorgio De Chirico-

Un toro, simbolo della città di Torino*, circondato da mattoni, emerge dalla parete di una casa, sorprendendo i passanti che si fermano ad ammirarlo stupiti.
altre opere dell'artista sparse per la città
Ecco le vedette di Torino, sono una serie di tre sculture luminose collocate sopra i tetti di alcuni palazzi della città. Le Vedette sono alte, sottili, armate di lance e frecce, a piedi e a cavallo: si sporgono dai tetti illuminando la notte.
Richi Ferrero ci fornisce la chiave di lettura delle sue opere: "Una triade di guerrieri veglia la città dai suoi tetti. Li ho concepiti in modo che ciascuna opera, di giorno, si disegni sul cielo della città come un segno di matita su un foglio, mentre al tramonto un particolare rivestimento, combinandosi con la luce che li veste li restituisce alla visione come se emettessero luce propria. I miei guerrieri non sono né invasori né conquistatori, ma vedette del territorio mentale".
in Corso Matteotti, 41- Torino
La prima installazione di questo tipo è quella del Grande Guerriero, realizzazione tridimensionale di un disegno dell’artista stesso. La scultura, che fa parte di una collezione privata, rappresenta un guerriero primitivo ed è stata collocata sul tetto del palazzo nel 2006.
Corso Massimo D'Azeglio/
angolo corso Vittorio Emanuele II - Torino
Sagittaurus, 2015, è una specie di “guardiano” della città, una seconda vedetta luminosa che veglia sui tetti di Corso Massimo d’Azeglio. Sagittaurus rappresenta l'unione tra un conquistatore dotato di arco e frecce e un toro, simbolo dei Taurini, un antico popolo che si insediò nei boschi tra i tre fiumi Po, Dora e Stura, dove è sorto il presidio romano, primo nucleo della città di Augusta Taurinorum.
tra via Lagrange e via Giolitti - Torino
via Lagrange 12 - Torino
Nel cortile di via Lagrange al numero 12, in un palazzo del ‘600 si può ammirare il Cancello Futurista- chiaro omaggio a Depero.
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particolare |
Giardino barocco verticale
L’opera di Richi Ferrero, pensata per la corte di Palazzo Valperga Galleani- the Number 6, in via Alfieri a Torino è la vincitrice come il migliore intervento di restyling dell’anno, di Building of the Year 2015, il concorso di ArchDaily, il sito di architettura più visitato del mondo.
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l'albero alla luce solare |
L’albero di 6 metri in acciaio e ferro zincato, sospeso tra il primo ed il terzo piano, è il protagonista dell’opera di Richi Ferrero.
La scultorea presenza illumina la corte con i suoi 13 rami,
sulle cui sommità 78 puntali luminosi donano luce cambiando colore.
La pavimentazione del cortile, in ciottoli levigati, doventa un palcoscenico
naturale volto ad ospitare ed esaltare l'installazione,
integrando armoniosamente 748 barre in resina di sassi luminosi e 300
metri di nastro illuminato, con ciottoli grigi azzurrati e dalle
tonalità più calde color sabbia.
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Il Giardino Barocco Verticale, dell’artista Richi Ferrero fonte |
The Number 6 è il palazzo barocco a due passi da Piazza San Carlo che il Gruppo Building di Piero Boffa ha trasformato in un condominio contemporaneo all'avanguardia., nasce dal desiderio di reinterpretare la presenza del giardino barocco originale quale citazione dello spazio onirico, momento di raffinata e rigorosa decorazione dello spazio comune. La memoria del giardino rinasce nella verticalità che dalla corte sale ai tetti per vivere come giardino-citazione sospeso nell’aria. Utilizzando la luce, l’artista ha attivato un recupero che, avvalendosi della leggerezza delle emissioni luminose, restituisce il segno delle aree comuni rappresentate dal giardino oramai scomparso e dal cortile tutt’ora esistente
CURIOSITA'
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Lo stemma della Città di Torino |
Lo stemma della città di Torino, approvato con decreto dell'11 agosto 1931, è costituito da uno scudo azzurro a cui è sovrapposto un toro furioso d'oro, con le corna d'argento. Lo stemma è sormontato da una corona* comitale (=in araldica appartenente a famiglie con titolo inferiore a duca ma con appellativo di Altezza Serenissima per merito o per antichità) a nove perle, in virtù di un antico privilegio in vigore dal 1619, al contrario della maggioranza delle altre città italiane il cui stemma invece è sormontato dalla corona muraria (=onorificienza militare).
*Nella Bibbia la corona è segno di gloria, onore, signoria
come mai Torino ha per simbolo un toro?
Gli studiosi ritengono che il nome di Augusta Taurinorum derivi dalle popolazioni celto-liguri che vi abitavano in origine e più precisamente dalla parola Thor che nell’antica lingua di questi popoli significa “monte”.
Il mito però racconta di un toro che salvò la città. La prima leggenda popolare narra che nei boschi intorno alla città viveva un grande serpente che terrorizzava chiunque passasse per la sua strada e nessuno aveva il coraggio di affrontarlo perchè aveva il potere di uccidere o pietrificare con un solo sguardo diretto negli occhi (basilisco). Tutti lo temevano tranne un toro che viveva in città e che lo sconfisse a suon di potenti cornate. Dopo questo atto eroico, il toro si infilò nello stemma e non se ne andò più (fonte)
La seconda leggenda racconta invece di un potente drago da sconfiggere. Gli abitanti, cercando una soluzione, pensarono di mandare un altro animale a lottare con il drago e la scelta ricadde su un grosso toro dal pelo rosso. Per aumentare la sua forza e il suo coraggio gli fecero bere acqua e vino rosso e poi lo portarono nel bosco. Il toro dopo una lotta furiosa ebbe la meglio, ma purtoppo le gravi ferite riportartate ne causarono la morte. La popolazione fu talmente riconoscente al toro che lo aggiunse allo stemma cittadino. Ancora oggi Torino ha un grande legame con questo animale simbolo di forza, coraggio e libertà (fonte).
Lampioni, stemmi, portoni, decorazioni, piatti, statue,
capitelli e i Toret, la tipica fontanella di Torino hanno il
simbolo del toro costantemente presente e radicato.
I Toret sono le caratteristiche fontanine color verde bottiglia, sparse, da oltre 150 anni, per la città.
La loro storia inizia il 7 luglio 1862 quando la Giunta comunale decise di collocare 45 fontane (oggi sono circa 813) dalla caratteristica testa di toro nella città di Torino.
La produzione, che prevedeva un corpo in ghisa e una griglia di scolo per permettere agli animali di abbeverarsi, venne affidata a “Martino Pollo fonditore in metalli”.
particolare, uno dei due tori, v.qui
Torino via Padova, la statua del toro
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Toro fotografato accanto ad una nota catena commerciale |
bellissimo, occorre cammninare a testa alta
RispondiEliminaE' proprio così, Torino bisogna visitarla ... a testa alta! Un abbraccio
Eliminaarticolo interessante e curioso
RispondiEliminaGrazie Mario2, questo artista è veramente unico. Un abbraccio
Eliminanon l'avevo mai notate
RispondiEliminaTutte le opere sono sparse per la città, per questo motivo abbiamo pubblicato gli indirizzi. Un abbraccio
Eliminainteressante
RispondiEliminaAnche noi abbiamo trovato questo artista particolarmente originale e coinvolgente. Un abbraccio
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