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mercoledì 19 febbraio 2025

Mitch Epstein -Palazzo Turinetti di Pertengo Intesa Sanpaolo -Palazzo Perrone CRT- Palazzo Trucchi di Levaldigi BNL

 collage foto di palazzo turinetti, palazzo perrone , palazzo trucchi


“Una banca è un luogo dove ti prestano denaro solo se riesci a dimostrare che non ti serve.”

Bob Hope

Che le banche possano permettersi di acquistare e possedere palazzi meravigliosi non ci stupisce; che a Torino ci sia una zona centrale, soprattutto la via XX Settembre, che ospita decine di banche italiane e straniere ci lascia indifferenti, ma che le banche possiedano un ingente patrimonio artistico ci interessa moltissimo.

Alcuni istituti, a loro discrezione, permettono a noi comuni mortali, di ammirare i loro tesori. Abbiamo partecipato alla visita guidata di Palazzo Perrone e visitato Palazzo Turinetti, quest'ultimo è stato trasformato in un piccolo museo e regolarmente aperto. Il più originale di tutti è stato Palazzo Trucchi che abbiamo illustrato nel post Torino città magica, noto per il suo 'Portone del diavolo' e per le leggende noir che lo avvolgono in un'aura di mistero.

Palazzo Perrone di San Martino- CRT-

via XX Settembre, 31

aperto eccezionalmente il 5-6-12 ottobre 2024

visita virtuale

collage foto di palazzo Perrone di San Martino a Torino

Il Palazzo Perrone di San Martino, situato a Torino in via XX Settembre 31, è un importante esempio di architettura nobiliare settecentesca. Costruito (rimaneggiando un edificio seicentesco), nel 1757 su progetto dell'architetto torinese Gian Giacomo Planteri (o Plantery), il palazzo fu commissionato dalla famiglia Perrone di San Martino, una delle più influenti famiglie aristocratiche piemontesi*
L'edificio si distingue per la sua elegante facciata barocca e per l'imponente atrio con soffitto a volta, decorato con affreschi e stucchi che rispecchiano il gusto dell'epoca. Al suo interno, il palazzo è caratterizzato da ampie sale, soffitti decorati e opere d'arte di pregio, tipiche delle residenze aristocratiche torinesi del Settecento.
Nel corso degli anni, il palazzo passò attraverso diverse trasformazioni, riflettendo i cambiamenti stilistici del periodo. Nel Novecento, l'edificio iniziò ad essere utilizzato per scopi istituzionali e commerciali, pur conservando il suo valore storico e architettonico.
Nel 1883 fu acquistato dalla Cassa di Risparmio di Torino che nel 1929 lo sottopose ad una totale ricostruzione per mancanza di spazi. Il consiglio d’amministrazione della Cassa di Risparmio decise anche l’acquisto del limitrofo settecentesco Educandato, abbattendo tutti gli edifici e la loro completa ricostruzione.
Il progetto fu affidato all’ingegner Giovanni Chevalley, uno architetto illuminato, che seguì l’edificazione del palazzo cercando di riproporre i volumi e lo stile del precedente edificio, in chiave eclettico-barocca. Della struttura originaria, salvò i marmi e le decorazioni, così come gli affreschi delle sale che furono strappati, restaurati e rimontati nei nuovi ambienti, decorati da stucchi neo barocchi.
Oggi, Palazzo Perrone di San Martino al primo piano è sede della Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Torino), un ente filantropico che promuove progetti culturali, sociali e di sviluppo economico sul territorio piemontese e valdostano. Grazie a questa nuova funzione, il palazzo è stato restaurato e valorizzato, preservando il suo patrimonio artistico e storico.
A pian terreno ha la funzione di banca e per motivi di sicurezza non abbiamo scattato foto. fonte
* A Torino ci sono due edifici noti come "Palazzo Perrone" associati alla famiglia Perrone di San Martino, progettati in epoche diverse e con architetti differenti.
1. Palazzo Perrone di San Martino (1757): Questo edificio, progettato dall'architetto Giovanni Battista Borra, si trova in un’altra zona di Torino, in via Giannone. Borra lo progettò per la famiglia Perrone di San Martino con un'impronta settecentesca, caratterizzata da uno stile barocco-neoclassico.
2. Palazzo Perrone di San Martino (1854-1856): L'edificio situato all'angolo tra via XX Settembre e via Alfieri fu progettato più tardi, nella metà dell'Ottocento, dall'architetto Gian Giacomo Plantery in stile neobarocco. Questo palazzo è più noto oggi per essere stato sede di importanti istituzioni, tra cui la Fondazione CRT.
Quindi, entrambi gli edifici sono stati progettati per la stessa famiglia, ma in tempi diversi e da architetti differenti: Borra nel 1757 e Plantery un secolo dopo. (fonte IA)


Palazzo Perrone primo piano, 'Balconata' interna dalla quale si ammira il pian terreno
primo piano, 'Balconata' interna dalla quale si ammira il pian terreno

salone meraviglioso, pavimento in legno policromo
 e lampadari di cristallo

particolare del pavimento

soffitti con stucchi e affreschi

specchio d'argento

particolare di un camino

decorazione con il simbolo di Torino: un toro dorato

Spettacolare copertura con vetrate policrome 

decorazione in marmo
'Sala del Consiglio d'Amministrazione' con quadri di autori moderni ai quali non abbiamo potuto avvicinarci per motivi di sicurezza


“Chi fa credenza senza pegno, perde l'amico, la roba e l'ingegno.”
Giovanni Verga, I Malavoglia


Palazzo Turinetti di Pertengo
Piazza San Carlo, 81
-Intesa Sanpaolo-

entrata

scalone


marmi policromi

Cristina di Francia in abiti vedovili, 1640-1645, olio su tela
Pittore di Casa Savoia

Pietro Piffetti, Tavolo da muro, 1725-1750,
 legno di noce lastronato in palissandro e intarsiato, avorio e bronzo dorato
particolare del tavolo: uno spartito musicale




Il Palazzo Turinetti di Pertengo è un importante edificio storico situato in Piazza San Carlo a Torino. Costruito nel XVII secolo, fu originariamente commissionato da Giorgio Turinetti di Priero, banchiere del ducato dei Savoia, appartenente ad una nobile casata piemontese. Il palazzo si distingue per la sua facciata elegante e austera, tipica dello stile barocco torinese.
Nel corso del tempo, il palazzo ha subito diverse trasformazioni e ha ospitato varie attività e istituzioni. Durante la seconda Guerra Mondiale è stato bombardato subendo ingenti danni.
Dal 2000, l'edificio è sede della Banca Intesa Sanpaolo, che ha provveduto a un importante restauro per adeguarlo alle sue nuove funzioni senza alterarne il valore storico. Palazzo Turinetti ospita anche il Museo Gallerie d’Italia - Torino, uno spazio espositivo dedicato all’arte e alla cultura, inaugurato nel 2022.
Lo spazio espositivo è arricchito da arredi settecenteschi, boiserie, stucchi, specchiere, preziosi intagli, arazzi di manifattura francese e dipinti dal XVII al XX secolo di artisti come il Francia, Cignaroli, Rapous, De Mura... 
Questo connubio tra il passato nobiliare e la moderna vocazione culturale e bancaria rende il Palazzo Turinetti uno dei punti di riferimento del centro storico torinese.



meraviglioso soffitto

Allegoria del giorno, Allegoria della notte, 1750 - 1770,
 gesso, scultore attivo a corte

pavimentazione, marmi policromi e parquet molto complessi

una porta finemente rifinita






pavimento in marmo policromo

soffitto a cassettoni


Gandolfino da Roreto, Santa Eulalia, 1501-1505
tempera su tavola


"Gentileschi e Van Dyck. Due capolavori della collezione Corsini"
dal 27/11/2024 al 12/1/2025

La Madonna col Bambino  di  Orazio Gentileschi
 dipinta a Roma intorno al 1610 

 Madonna della paglia di Antoon van Dyck
realizzata a Genova tra il 1625 e il 1627

fin dal Settecento si trovavano a confronto nella “Galleria nobile” di Palazzo Corsini a Roma, proprietà del cardinale Neri Maria Corsini.


mostra dedicata a  JR – Déplacé∙e∙s, uno street artist francese famoso per progetti che uniscono fotografia, arte pubblica e impegno sociale.
febbraio-luglio 2023

  sono i volti dei bambini che incarnano le migrazioni for­zate. Ingrandendo il loro ritratto su teloni monumentali, JR restituisce un’identità a chi ne è privato.


nuovo allestimento 'verde' con la creazione di un piccolo giardino
 per la mostra dedicata al fotografo Mitch Epstein  


giardino con piante ad alto fusto in vaso

Mostra fotografica di Mitch Epstein
17/9/24 - 2/3/25

Sitka Spruce, Hoh Rain Forest, Olympic National Park, Washington 2017 fonte
Ancient Bristlecone Pine Forest, California 2022,
 fonte


Mitch Epstein è un fotografo statunitense nato nel 1952 a Holyoke, Massachusetts. È conosciuto per il suo lavoro di fotografia documentaria e artistica, in cui esplora temi legati all'identità culturale, alla vita quotidiana e all'interazione tra le persone e l'ambiente.
Tania Aubid attivista ambientalista,
 Regina Brave attivista Oglala Lakota che vive nella riserva indiana Dorothy Roland, attivista

Epstein ha iniziato la sua carriera negli anni '70, documentando la vita negli Stati Uniti e creando un corpus di immagini caratterizzato da un approccio intimo ma anche critico verso la società americana.

cartello scritto dagli  Oglala Sioux

Il 28 dicembre 1890 il capo Sioux Big Foot si arrese al Settimo cavalleggeri dell'esercito americano senza combattere. Il giorno successivo la cavalleria massacrò 146 peersone tra uomini, donne e bambini.


Riserva del Nord Dakota, 2017
Uno dei suoi progetti più celebri è American Power (2009), in cui documenta l’impatto dell'industria energetica sul paesaggio e sulle comunità negli Stati Uniti. Questo lavoro gli ha portato grande riconoscimento e ha aperto il dibattito sul rapporto tra natura, consumo energetico e cambiamento climatico.

Piattaforma Dauphin, Alabama
distrutta dall'uragano Katrina, 2005

BP Carson Refinery, California 2007

Raymond West Virginia,2004

Epstein ha inoltre realizzato progetti come Family Business (2003), che esplora la storia della sua famiglia e dell’industria nella sua città natale.
Nel corso della sua carriera, Epstein ha ricevuto numerosi premi, come il Premio Pictet nel 2011, e le sue opere sono state esposte in importanti istituzioni, tra cui il Museo di Arte Moderna (MoMA) di New York, v. qui, e il Museo J. Paul Getty di Los Angeles. Il suo stile si distingue per l'uso del colore e la composizione dettagliata, creando immagini che invitano alla riflessione su temi sociali, culturali e ambientali.

Palazzo Trucchi di Levaldigi
via XX Settembre, 40
BNL

portone del diavolo

Il palazzo dove si trova lo stravagante portone, prende il nome dal committente, il conte Trucchi di Levaldigi, generale delle finanze di Carlo Emanuele II. Il conte si era rivolto all'architetto Amedeo di Castellamonte che ha progettato l'edificio, inaugurato nel 1677.
Il portone, realizzato dall'artista Pietro Danesi nel 1675, è in legno scolpito con fiori, frutta, animali, amorini e simboli esoterici; ha un batacchio formato da due serpentelli che originano dalla faccia del diavolo, ed è una forma di beffa pensata dal Conte, nei confronti di coloro che sparlavano di lui.

Sul portone ci sono numerose leggende 

entrata della BNL

La prima racconta che un apprendista stregone avesse invocato il diavolo il quale, infastidito, una notte materializzò il portone e vi imprigionò per l'eternità lo stregone.
- Nel 1600, pare che il palazzo fosse sede della Fabbrica dei Tarocchi. La carta dei tarocchi che è associata al Diavolo è il 15, che all'epoca era il numero civico del palazzo. Oggi l’autobus del servizio pubblico che passa da quella zona è, coincidenza!, il numero 15. (fonte)
- Nel 1790, quando il Palazzo apparteneva a Marianna Carolina di Savoia, durante una festa di carnevale, una delle danzatrici cadde a terra pugnalata a morte ed il colpevole non fu mai ritrovato. La notte dell'omicidio si scatenò sulla città una tempesta terribile, il vento penetrò all'interno del Palazzo spegnendo tutte le luci e gli invitati fuggirono terrorizzati. Si racconta che il fantasma della ballerina si aggiri ancora oggi nel palazzo.
- All'inizio dell'Ottocento, anche il maggiore Melchiorre Du Perril, entrato nel palazzo con documenti importanti, sparì. Vent'anni dopo, durante i lavori di ristrutturazione del palazzo, alcuni operai, abbattendo un muro, trovarono uno scheletro sepolto in piedi.


“Domani faccio credito, oggi no.”
Marco Terenzio Varrone

4 commenti:

  1. interessante soprattutto Mitch Epstein

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    1. Le foto di Mitch Epstein sono molto grandi e così nitide che lo spettatore ha l'impressione di essere davanti ad un televisore ... Un abbraccio

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  2. Purtroppo sì e raramente visibili dal grande pubblico. Un abbraccio

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