“…
un paese remoto e dolce sospeso nel vuoto come un pugno d’api
oscillanti sul ramo… il profumo nella sua stanza di mele cotogne…
-E. Montale, descrizione di Piancastagnaio-
Si avvicinano la primavera e le vacanze pasquali e con loro la voglia di fare un po' i turisti, vi proponiamo un post diverso dal solito.
Abbiamo un'ospite del blog: Maida, una nostra amica, che ha il piacere di farci conoscere il suo paese di nascita, Piancastagnaio, un comune italiano di origini medioevali, di circa 3500 abitanti, nella provincia di Siena in Toscana.
Ringraziamo Maida per questo contributo e le diamo "la parola" :
Piancastagnaio (m 827 s.m.) è un piccolo borgo medievale alle pendici del monte Amiata, antico cono vulcanico.
La zona è poco conosciuta sebbene trasmissioni come “Linea verde” ne abbiano spesso messo in evidenza le numerose peculiarità.
Piancastagnaio, visto dalla Liccia (giardini pubblici)
vista dalla torre, Palazzo rinascimentale utilizzato
Castagno denominato "IL Castagnone" per le sue grandi dimensioni. Fu piantato nel 1276 in occasione della posa della prima pietra del convento. Colpito ripetutamente da fulmini ha assunto questa forma attorcigliata
Il paese è noto anche per le innumerevoli imprese artigiane che producono borse per le grandi firme italiane e straniere
e per le serre che coltivano fiori da inviare in tutto il mondo.
Inoltre è stato uno dei primi paesi ad utilizzare la geotermia per
ricavare energia elettrica. Fino al 1977, anno della chiusura, un buon numero di persone
lavorava nelle miniere di cinabro (pietra da cui si estrae il mercurio)
presenti sul territorio.
contrada Coro |
Il centro storico è rimasto pressoché intatto. E’ formato da quattro contrade: Borgo, Castello, Coro e
Voltaia
che rivaleggiano tra loro specialmente durante il Palio dell’Assunta
che si corre il 18 agosto di ogni anno.
contrada Voltaia |
contrada Borgo |
contrada Castello |
contrada Castello |
Nel mese di
luglio le 4 contrade organizzano cene propiziatorie per finanziare la
corsa che viene effettuata nel campo sportivo del paese.
il "Cencio"
bandiere delle 4 contrade
La sfilata
storica avviene poco prima di entrare in campo ed è organizzata con
rigore e serietà. Il drappo viene dipinto da pittori di una
certa rilevanza. Quello del 2019 è stato affidato al fumettista, vignettista e regista italiano Sergio Staino (ideatore di Bobo), anche lui nato a Piancastagnaio
Aggiornamento: Sergio Staino è venuto a mancare il 21 ottobre 2023 e ne siamo molto dispiaciute, vogliamo ricordarlo riportando qui sotto il Cencio* realizzato da lui (fonte web)
*con il termine "cencio" i senesi chiamano il drappellone o palio, trofeo da consegnare alla contrada vincitrice. Consiste in un dipinto originale su stoffa ( seta)ed ha la dimensione di un rettangolo allungato.
L'INFIORATA
Con la ricorrenza del Corpus Domini (giugno) il paese si veste a festa e ogni vicolo prepara l'Infiorata utilizzando i petali dei fiori e creando immagini suggestive. (*v. il nostro tavolino l'infiorata)
CRASTATONE
Nel periodo dei Santi, dal 1968, si prepara “Il Crastatone”, la festa della castagna (crastata, ovvero la caldarrosta). In tutto il paese vengono allestite postazioni dove è possibile assaggiare le specialità locali, tra le quali il castagnaccio (*v.post), le crastate (caldarroste), i suggioli della nonna (castagne lessate), le brodolose (castagne prima arrostite e poi lessate) e la pulenna doicce (polenta dolce).. inoltre vengono organizzati concerti, canti popolari, spettacoli, balli in piazza, mostre d'arte ed esposizioni di artigianato tipico ...Molto caratteristico!
Per
quanto riguarda i luoghi di interesse storico si può ammirare la Rocca Aldobrandesca che si trova all’entrata principale del paese, tre torri,
di cui due semicircolari (una a nord e una a sud-ovest) e una
quadrata, a ponente della Rocca.
Faccio notare che quella a sud-ovest, conosciuta come “La Torretta” è la più importante perché ci sono nata io!:-))
(proverbio pianese)
La Rocca Aldobrandesca Rocca -particolare- Quannu tona da la parte de la Rocca, o piscia o scioffia |
(proverbio pianese)
La fortificazione risale al 1194, quando fu menzionata per la prima volta in un documento imperiale dell'imperatore Enrico VI e nel 1210 da Ottone IV di Brunswick. Faceva parte del feudo della famiglia degli Aldobrandeschi, conquistato nel 1345 dalla Repubblica di Siena. Nel 1559 Siena fu annessa ai domini dei Medici, Piancastanaio fu concessa in feudo ai marchesi Bourbon del Monte Santa Maria, che trasformarono la rocca in una prigione. Dopo secoli di decadenza e abbandono, l'edificio ha subito due importanti restauri tra gli anni '60-'90 ed è divenuta proprietà comunale. Oggi, grazie all'individuazione di spazi espositivi, ospita mostre d'arte.
camminamento, penultimo piano
interno, particolari
entrata e scale
mostra di Emiliano Baiocchi, Pareidolia, dal 4/10/24
scala ripida
vista dalla torre, Palazzo rinascimentale utilizzato
dal Servizio Sanitario Nazionale
Inoltre
sono molto ben conservate la Porta principale, a fianco della Rocca
(vecchia Porta Fiorentina) e altre tre più semplici a sud delle mura:
Porta Romana, Porticciola e Porta di Voltaia.
Delle antiche costruzioni resta anche il Palazzo Pretorio nella Piazza dell’Orologio, risalente al XIII secolo
Altro
sito di interesse storico è l’imponente Palazzo Bourbon del Monte detto
Palazzo del Marchese, raro esempio di architettura feudale del 1600 che
si affaccia su Piazza Belvedere.
Palazzo del Marchese, oggi in restauro
Il progetto è da attribuirsi a Valentino Martelli, membro
della corporazione dei “pittori di Perugia”, in gioventù allievo di
Michelangelo a Roma. Nel 1871 la residenza venne venduta a
Mons. Antonio Pellegrini e fu trasformata in deposito di derrate agricole; rimase di proprietà dei Pellegrini fino al secondo dopoguerra, quando
venne venduto a privati e frazionato in diversi nuclei. Oggi è in ristrutturazione e solo
parzialmente visitabile.
Molto
belle sono “le Fonti” situate appena fuori dal paese, strutturate con
eleganti coperture ad impluvio, sostenute da possenti pilastri
in pietra. Erano usate per la macerazione del lino, della canapa, per il lavaggio della lana e la tintura dei panni, fungevano da abbeveratoi ed erogavano acqua potabile attraverso le cannelle. Erano, inoltre, un importante luogo di
aggregazione.
Le Fonti, a destra fontana delle Cannelle
le Cannelle
Dopo le Fonti, in una zona abbastanza isolata, si trova il Piatto delle streghe,
un monumentale piatto di pietra piperina (=pietra magmatica) che,
originariamente, fungeva da vasca di una fontana che si trovava nel
giardino del Palazzo del Marchese. La sua forma e la collocazione diede
origine a una leggenda
Piatto delle streghe, antica fontana |
La leggenda del Piatto delle streghe
La
Notte di San Giovanni tre streghe rapirono il figlio di un uomo di nome
Ferro per cucinarlo nel Piatto di pietra. Le donne tuttavia erano
indecise su chi di loro dovesse mangiare il bambino, poiché tutte
avevano un grado di parentela con la famiglia del piccolo. Ferro,
accortosi dell’accaduto e giunto nel bosco, approfittò della situazione e
intervenne dicendo: “Ce lo metto io, che non m’è parente!”. Le streghe
gli consegnarono il bambino e l’uomo fuggì di corsa a casa, mentre le
tre arpie si separarono per sempre.
La Notte di San Giovanni “tutto può accadere e a
tutto si può rimediare ”. (Vivere la Toscana)
Le chiese principali sono cinque:
1. Santuario Madonna di San Pietro
La costruzione attuale è sorta su una chiesetta precedente del XII secolo che era in stile romanico. Secondo la leggenda,
un giovane di nome Agnolo Stracchi che ritornava dalla Maremma, nel
1583 si fermò a pregare davanti al dipinto contenuto nell’abside,
rappresentante la Madonna col bambino del pittore Martino di Urbano e
gli sembrò che la Madonna si alzasse e gli chiedesse di pregare per i
peccati deicristiani.
soffitto
Nei
primi anni del ‘600 fu intrapresa una ristrutturazione totale della
chiesa. Il dipinto venne tagliato, incastonato in un dossale (=oggetto artistico destinato alla parte posteriore dell'altare) di pietra
trachitica e posto sul nuovo altare maggiore.
Oltre a quest’opera dedicata alla Madonna di San Pietro, portata in processione il 18 agosto in occasione
della consacrazione del santuario, si possono ammirare affreschi a fumetti, unici nel loro genere,
rappresentanti i Novissimi (=teologia delle ultime cose: morte, Giudizio Universale...), tutti opera di Francesco Nasini, pittore pianese e della sua scuola.
2. Pieve di Santa Maria Assunta
trittico
Pulpito in trachite e fonte battesimale rinascimentale
La chiesa, alla quale si accede attraverso una ripida scalinata, è documentata dal 1188. Inizialmente era chiamata Santa Maria
de Cuntaria, nome che le derivò dai massi incerti (saxa cuntaria) su
cui fu costruita. Nel tempo ha subito diversi rimaneggiamenti.
Al
suo interno si possono ammirare numerosi affreschi barocchi, una vasca
monolitica per immersione e un fonte battesimale del XV-XVI sec., un Cristo
morto ligneo di Pasquale Leoncini, un pulpito in pietra del 1607, un
tabernacolo quattrocentesco per l’olio santo e un affresco di Francesco
Nasini.
CURIOSITA’: Carla Fendi, una delle famose sorelle stiliste, aveva sposato il farmacista del paese, Candido
Speroni
e nel 2014, dopo un anno dalla scomparsa del marito, ha voluto
ricordarlo restaurando i due altari laterali della chiesa, entrambi del
1600.
3. Chiesa di San Francesco e Il Convento di San Bartolomeo
Risalente
al 1278, ospita affreschi con storie della vita di San Bernardino e La
Madonna col bambino, opere di un pittore senese del XIV secolo. Dietro
al coro ligneo del 1730 c’è un altro affresco della seconda metà del
Trecento raffigurante La Strage degli Innocenti. All'esterno, sul fianco
sinistro, si trova il chiostro del convento (oggi edificio privato)
Accanto all'edificio, si affacciano un parcheggio e un giardino con alberi secolari
Castagno denominato "IL Castagnone" per le sue grandi dimensioni. Fu piantato nel 1276 in occasione della posa della prima pietra del convento. Colpito ripetutamente da fulmini ha assunto questa forma attorcigliata
4. Chiesa di San Filippo Neri
Risalente al 1577 è di forme estremamente semplici. Nell’abside è posizionata una tela settecentesca con
L’apparizione
della Madonna col bambino a San Filippo Neri, riferita all’ambito
nasiniano. Nella cappella, sulla destra, è conservata la statua del
santo che viene portata in processione ogni 26 maggio in occasione della
festa patronale.
5.La Madonna delle Grazie
Di epoca quattrocentesca e ristrutturata più volte, contiene al suo interno tele seicentesche di Giovanni
Bulgherini
di Piano e Francesco Corsini, oltre ad affreschi quattrocenteschi di
area artistica umbra (Maestro Giovanni di Pietro da Orvieto)
Madonna delle Grazie
interno della chiesetta
altare maggiore con i magnifici affreschi
quattrocenteschi di scuola umbra
Per gli amanti della natura consiglio la visita alla Riserva naturale del Pigelleto * v. qui, un’area protetta di 862 ettari, tra Siena e Grosseto, istituita nel 1996 per salvare il Pigello (= l'Abete Bianco) ed il tasso sopravvissuti all'ultima glaciazione. L’area, a 820 m s.l., era uno dei principali siti minerari di mercurio del Monte Amiata; all’interno si trovano ancora due miniere inattive
Per le escursioni è bene portarsi scarpe comode, zaino ben fornito perché non ci sono punti di ristoro!
Nei pressi della Rocca sono visibili i carrelli trasportatori della miniera di mercurio, oggi utilizzati come fioriere
Sasso di Brizio, località Pietra Cupa
scalinata |
targa in onore del pittore Telemaco Signorini, Dipinse anche "Figure sulle scale di Piancastagnaio", 1880 |
targa in onore di Giosuè Carducci che scrisse un'ode sul Monte Amiata e soggiornò per diversi mesi in paese
Fonte NataliTeleriscaldamento
Le case di Piancastagnaio e dei paesi limitrofi saranno riscaldate attraverso il teleriscaldamento sfruttando il calore dei soffioni boraciferi presenti naturalmente nella zona. I soffioni, sebbene rappresentino una fonte di energia rinnovabile, possono avere impatti ambientali e sanitari, se non gestiti correttamente, perchè emettono gas come anidride carbonica (CO₂), idrogeno solforato (H₂S) e tracce di altri composti chimici come mercurio, arsenico e ammoniaca. Una parte della popolazione ha protestato per il timore che lo sfruttamento liberasse troppi gas nocivi, ma l'Enel ha assicurato che con le nuove tecnologie il problema non si pone.
Curiosità: a Piancastagnaio non potete perdervi, ogni casa ha una targhetta in ceramica con il numero civico e il nome della via
La tradizione culinaria è ben conservata: nelle locande e nei ristoranti del paese si servono piatti tradizionali, noi abbiamo assaggiato delle vere specialità:
Pasta fatta a mano: pici con sugo all'aglione, pici con farina di castagne e i tortelloni ripieni di ricotta e funghi porcini conditi con burro e noci
Ma la zuppa che ci ha veramente entusiasmato e della quale vi proponiamo la ricetta, è quella con castagne e funghi porcini:
Zuppa di funghi porcini e castagne
ingredienti
- battuto di 1 gambo di sedano, 1 carota e 1 cipolla
- g 400 di funghi porcini
- g 100 di castagne lesse e sbucciate
- brodo vegetale
- olio EVO
- sale, pepe q.b
- qualche ago di rosmarino e 3 foglie di salvia
- facoltativo 1 pezzetto di peperoncino
1. soffrigere in olio EVO sedano, cipolla e carota con il rosmarino e la salvia
2. aggiungere i funghi e lasciar cuocere 10 minuti mescolando
3. inserire le castagne lesse tritate grossolanamente e coprire con brodo vegetale
4. Cuocere 30 minuti circa, salare e pepare a piacere
5. servire la zuppa ben calda
Che dire delle magnifiche località limitrofe?
Sono cariche di storia e arte: il monte Amiata, Abbadia San Salvatore (con abbazia fondata nell'VIII secolo dai Longobardi), Castiglione d'Orcia (Patrimonio dell'Unesco), Arcidosso (diede i natali a David Lazzaretti, profeta dell'Amiata), Santa Fiora considerato uno dei borghi più belli d'Italia......(*Prossimo post)
Bibliografia
Per saperne di più si rimanda alle innumerevoli notizie su Internet, alle pubblicazioni della Proloco e ai seguenti testi:
-Giorgio Forti "Le Fonti di Piancastagnaio"
-Prezzolini Santi "La Pieve di Santa Maria Assunta e le chiese di Piancastagnaio"
-G. Sani "I miracoli della Madonna di San Pietro", Arcidosso 2008
-Sani-Serafini "Nel ventre della miniera", Ed Effigi
-F.Ponzuoli, "Il castello degli Aldobrandeschi a Piancastagnaio", Istituto italiano dei castelli
-"Lorò bussolottu" itinerario nel folclore pianese di Giuseppe Sani, Piancastagnaio 2003